AUTOPRODUZIONE – un approccio possibile 5/5 (A. Marchi)

Gennaio 8, 2021 3:54 pm Pubblicato da Lascia il tuo commento

Quinto ed ultimo appuntamento su questo lungo articolo a puntate sull’Autoproduzione. Chiudiamo con alcune RIFLESSIONI SPARSE, che sono assolutamente personali, in risposta alle domande che mi avete fatto. Quindi valgono tantissimo, o pochissimo, contemporaneamente.

Però bisogna che leggiate, bene, tutto quello che c’è stato prima, nell’ordine giusto

(Prima parte) (Seconda parte) (Terza parte) (Quarta parte)

Autoproduzione e Autoedizione

Mi è stata fatta notare questa differenza. Io però non l’ho mica capita bene e… non curarmi di questi dettagli è esattamente ciò che mi ha permesso di auto-qualcosare qualcosa. Insomma, e ovviamente parlo a titolo squisitamente personale, mi interessa “fare”, molto più che “incasellare” quello che faccio in uno schema che esiste già. Quello poi sarà inevitabile, d’accordo, in certi casi, ma non è stato questo (per me) il caso di fermarmi a riflettere fra l’una e l’altra cosa.

L’autoproduzione abbassa la qualità?

Bah, mi pare un falso problema. Una cosa di scarsa qualità non si vende, e sparisce dai radar subito. Figuriamoci una cosa di scarsa qualità che nemmeno riesce a trovare un canale di distribuzione, o di cui esistono 100 copie.

Un po’ come se il CD venduto dal busker di strada alla Montagnola di Bologna avesse abbassato la qualità delle produzioni di Lucio Dalla.

Mi spaventa di più l’ “auctoritas” che viene riconosciuta ad un autore di successo (il mondo è fatto così) a cui viene pubblicato un gioco mediocre perché si spende i bonus-fiducia acquistati dalle pubblicazioni precedenti. E magari si fa pure fatica ad ammetterlo che il gioco non èun gran che.

Mi piace piuttosto il pensiero che fra mille autoproduzioni brutte (chissà poi, perché, debbano essere tutte brutte) ci sia quel gioiellino che… beh, qualcuno avrà la fortuna di acquistare.

L’aspirante autoproduttore è consapevole del mercato dei giochi?

Immagino che se viene da quel mondo si, altrimenti assolutamente no. Viviamo tutti in bolle, in universi paralleli dove quello che sempra normale o addirittura ovvio a qualcuno, è nuovo ed incredibile per altri. Nei contesti in cui è nato questo articolo dimentichiamo fin troppo spesso di essere una minuscola nicchia. La “gente normale” non lo sa che esiste Carcassone, figuriamoci… figuriamoci…. non so nemmeno che esempio fare, cos’altro esiste oltre a Carcassonne?

In realtà, credo che faccia bene ricordarsi, ogni tanto, che il mondo è taaaaaaaanto più vasto della nostra nicchia.

Quando ho prodotto i 4 fumetti qualcosina in più del mondo editoriale lo conoscevo, quando ho prodotto il primo dei 3 giochi ero completamente all’oscuro delle dinamiche dietro questo mondo. E forse la cosa mi ha addirittura facilitato.

Troppo pensiero frena l’azione, e lo dice uno che nemmeno sa piantare un chiodo nel muro!

L’autore deve dedicarsi solo alla creatività, perché produrre è un lavoro commerciale

Hum. Si e no.

Certo, l’idea dell’ autore che sforna regolamenti in continuazione chiuso nella sua torre è molto romantica, ma è altrettanto bella a mio parere l’idea del game designer che oltre a creare un gioco CREI anche le condizioni affinché la sua opera venga fruita dal maggior numero di persone possibili.

Ovvero: “crei” la propria autoproduzione, seguendone tutti gli aspetti, dai più apparentemente creativi (la grafica, le illustrazioni) a quelli apparentemente meno (la produzione vera e propria).

Ehi, non ho scritto “facendo tutto lui”! vale sempre la regola di farsi affiancare da una squadra di lavoro! E’ anche questa creatività!

Giunti alla fine, è stato un piacere per me scrivere queste righe. Spero anche per voi leggerle.

Possiamo sempre approfondire oltre, se vi va. Magari qualcun altro racconta la SUA esperienza, e questa volta io leggo.

A presto! E….

…non abbiate paura di acquistare le autoproduzioni dei vostri amici!

Andrea “Andro” Marchi

Lavora professionalmente come attore e giullare poliedrico. Col socio Gianluigi Giorgetti pubblicano funmetti e giochi di carte ispirati ai loro spettacoli, prima di dedicarsi ad un particolare dinamica ludica, che chiamano “controcompetitività”: ovvero quando un gioco competitivo preveda che le migliori strategie per la vittoria siano quelle collaborative.

I giochi controcompetitivi attualmente in commercio sono 3 (Atuttotondo Edizioni e Giochi Uniti)

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Questo articolo è stato scritto da Khoril

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