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#10731
wallover
Partecipante

Ciao Marco, grazie a te di essere venuto.
Era un po’ un esperimento, ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, e direi che e’ stato raggiunto. Per fortuna faceva bello ma non troppo caldo. Alle 17 eravamo in 25, divisi in 4-5 tavoli. Per una volta, dato il clima meno impegnativo rispetto alla versione invernale, ho potuto giocare anch’io e devo dire di essere stato molto fortunato con le proposte. Ho adottato uno stile un po’ colorito che spero risulti piu’ divertente da leggere, senza apparire arrogante (e se lo sembrera’, sappiate che e’ solo per pura invidia!)

Astratto di Mainini
Andrea, compaesano d’adozione e mio coautore con Bigal, ci ricasca con gli astratti. Così astratto da non avere nemmeno un nome. ma in una versione leggera e inedita, con quelle pedine multiforma che attraendosi e respingendosi creano strani e imprevedibili effetti sul tavoliere. Forse un po’ troppo imprevedibili, al punto da generare un po’ di AP quando, al proprio turno, ci si trova davanti ad una situazione totalmente differente da quella che ci si aspettava.
Da punto di vista tattico (non si puo’ parlare di strategia) il gioco si riduce ad un complesso “buttafuori”, ma dinamico e divertente.
Se si vuol mantenere un profilo easy (consigliato) il gioco appare ancora troppo macchinoso (a volte erano gli osservatori ad accorgersi di pedine ancora da muovere) e dal controllo quasi impossibile.
Se si sceglie la strada dell’astratto “serio”, sinceramente non saprei cosa consigliare.
In ogni caso l’idea di fondo e’ bella e originale e andrebbe sfruttata, e Andrea e’ il miglior autore che conosca in questo campo, assieme a Rotta.

Andy Wallera di mago Charlie
Un talentaccio per i partygame da parte di Carlo, che ci ha propinato questo incrocio tra Pictionary e il “Questo l’ho fatto io” della Settimana Enigmistica. Divertente e dal giusto ritmo, abbiamo semplificato le regole sui punteggi e i dadi che l’appesantivano inutilmente. Il titolo poi e’ tutto un programma…

Le apine di mago Charlie
Anche questo un gioco di colpo d’occhio e destrezza con un twist notevole. Elementi gia’ visti ma ben assemblati, si vede affiorare un po’ di “mestiere”. Giocato con la simpatica prole di Vallerga, mostra i limiti di questo genere di giochi, dove i + piccoli vengono spesso penalizzati.

Supereroi cardgame di Pierluca Zizzi
Con questo gioco di combattimenti tra supereroi e supercriminali Luca ritorna un po’ ai suoi primi amerigame. Il sistema e’ collaudato e sa un po’ di gioco su commissione, ma ci sono le premesse per funzionare bene. Purtroppo per ora sente troppo il runaway leader. Forse un buon metodo potrebbe essere di obbligare i giocatori a scartare gli eroi dopo l’uso nel turno. Essendo di eguale potenza, essi finirebbero per equilibrare le potenzialita’ delle due fazioni e darebbe maggior varieta’ agli scontri. Anche una partenza piu’ morbida darebbe quella senzazione di “crescita” che apporterebbe maggior spessore. Certe combo sono troppo potenti, altre inefficaci e chi le prende per primo acquista vantaggi non colmabili. Da bilanciare nei territori e negli effetti (quindi praticamente in tutto). Va anche detto che da un gioco in questo stile non si pretende l’assoluta imparzialita’ dei german games, e che forse anche i dadi ci starebbero.

Zeus di Tanis
Beh provare questo per ultimo e’ stata pura fortuna. Nessun dubbio ad indicarlo come un gioco dal successo sicuro per l’autore di Kingsburg. Avvincente, complesso e ricco di sottigliezze, e perfino con la possibilita’ di attacchi diretti agli avversari (orrore! :-)
Ogni turno e’ un affascinante dilemma tra quale scelta compiere, sapendo che le proprie scelte influenzeranno quelle degli avversari. A voler cercare difetti, forse solo Bacco (o l’ultimo dio in basso a SX) risulta inutilizzato. Si potrebbe dargli una qualche funzione random oppure il toglierlo non cambierebbe il gioco. Certo in fondo si tratta sempre di raccogliere cubetti per ottenere delle cose, ma c’e’ modo e modo di raccogliere cubetti, e la classe di Zeus e’ olimpica.

Dal canto mio, l’impegno ad organizzare giornate come queste e’ minimo e quindi possiamo tranquillamente pensare di renderle in qualche modo periodiche, spiace che chi arriva da molto lontano faccio il viaggio per un giorno solo. Ciao, WO

Walter Obert