La cosa che non mi convince è “Ogni giocatore tira un dado a sei facce, il risultato ottenuto sono il numero di azioni che il giocatore deve effettuare”.
Quindi se, mettiamo caso, io nei primi tre turni tiro 1, 2, 1; e il mio avversario 4, 5, 6 (non è così improbabile), io farò 4 azioni e lui ne farà 15.
Mi pare un bel divario… Insomma, il D6 per attribuire le azioni non è un po’ troppo aleatorio? Non dico di far diventare il gioco un tedescaccio astratto, però non vorrei che così fosse un po’ frustrante.
O forse non ho capito io: c’è qualche vantaggio a fare meno azioni del proprio avversario?
Alternative al D6 classico:
– ogni giocatore ha 4 carte, rispettivamente da 2,3,4 e 5; queste indicano il numero di azioni; all’inizio del turno se ne sceglie una. Una carta non può essere riutilizzata finchè non sono state usate tutte le altre.
– si tirano 2 o 3 D6 e il giocatore sceglie quello che vuole.
– si usa un D6 che abbia come facce 2, 3, 3, 4, 4, 5.
Marco Valtriani
Red Glove Edizioni & Distribuzioni
Lead Designer
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Board Game Designers Italia