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1°) L’ovvietà delle scelte è limitata solo da cosa fanno le carte da giocare e più scelte offrono meno ovvietà c’è nel loro utilizzo a seconda delle strategie adottate.
vero. ma il gioco, come leggevo prima, così è incentrato solo sulla somma e sottrazione di valori, tutto il resto è corollario. vuoi dare tante possibilità? allora ti ritrovi con tante carte con tante scritte ma che utilizzerai soprattutto per sommare/sottrarre punti
2°) solo gli obbiettivi secondari possono coincidere… quelli primari no.
ok. allora se due giocatori hanno obiettivi secondari comuni sono avvantaggiati… quindi sbilanci il gioco a favore di qualcuno
3°) Non capisco perché diminuisce la rigiocabilità diminuendo la fortuna… allora gli scacchi e i giochi astratti non dovrebbero mai potersi rigiocare.
mmmhhh mi correggo. la rigiocabilità e data dalle variabili, non dalla fortuna. quindi diminuisci la fortuna ma inserisci anche un setup fisso che diminuisce la rigiocabilità. cmq si, alcuni giochi astratti (escludiamo scacchi e go che hanno variabili infinite) quasi non vale la pena giocarli visto che se l’avversario ha memorizzato la soluzione ha la vittoria sicura (esempio: la dama, esiste la soluzione e nei tornei chi ha la prima mossa viene sorteggiato perchè ha un grosso vantaggio. esempio: gli scacchi, ci sono aperture da 30/40 mosse fisse con risposte fisse che quasi non vale la pena di giocare visto che diventa più un gioco di memoria che di logica)