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Scusate ma mi sembra giusto che questo intervento di un professionista (Carlo Rossi, Cogito e Studiogiochi) non vada perso nel marasma del forum… Quindi lo recupero per valorizzarne alcuni elementi:
Carlo wrote:
Evento Nazionale
Forse è questo il nodo cruciale che ha fatto scoppiare il bubbone; il fatto che vi siano 3 IDG all’anno e che quest’ultima stia diventando sempre più grossa, porta a pensarla come evento imperdibile, come un treno che passa 1 volta all’anno e che bisogna sfruttare al massimo; da qui il mio auspicio che IDG cresca non come dimensione ma come quantità di eventi; tra 1 evento nazionale o 12 IDG regionali, non ho dubbi e scelgo quest’ultima; 1 incontro al mese può rilassare quegli autori che hanno la frenesia di far provare i loro giochi
Su questo ti dò pienamente ragione. Anche il mio auspicio è la creazione di gruppi e appuntamenti regionali di playtest, perché è la dimensione più gestibile ed è possibile immaginarli con cadenze più frequenti… Detto questo mi sembra sia interessante anche un momento annuale di confronto nazionale tra autori, anche se forse a questo punto il taglio potrebbe virare dal playtest nudo e crudo (che pure potrebbe avere la sua parte) al ‘seminariale’ come qualcuno ipotizzava.
Editori
Disclaimer: lavorando anche come agente sono senz’altro di parte. Ma secondo me non sono necessari, sono una ciliegina sulla torta; è bene invitarne quanti più possibile, ma se vengono pochi o nessuno pazienza, non serve inseguirli. E io stesso non deciderei se partecipare in base a quanti ce ne sono. Per estremizzare il ragionamento, se un gioco non è pronto ha bisogno di playtesting, non di editori; se è pronto non ha bisogno di playtesting (e quindi di IDG) ma di editori che possono essere trovati alle convention o contattati privatamente
Su questo… capisco ma non sono certo. E’ anche vero – e lo sapete benissimo anche voi che fate gli agenti – che avere un’occasione in cui potere avere visibilità da più di un editore più o meno contemporaneamente è importante. Mostrare il prototipo dal vivo è inoltre certamente più efficace (per farsi un’idea) che mandare una mail dove spieghi il funzionamento.
Tuttavia credo sia necessario essere franchi, come dici tu: se ad IDEAG fossero stati presenti più editori, avrei avuto giochi ‘finiti’ da mostrare? Forse, in effetti, no. Quindi capire se il taglio di IDEAG è una presentazione di proto finiti o una condivisione di idee tra proto in via di sviluppo (come ad esempio è sempre stato Berceto).
Caste
Questo il punto più cruciale di tutti e qui faccio outing rivelandomi in tutta la mia meschinità. Conoscendo un po’ tutti gli autori, so benissimo cosa posso aspettarmi da loro e so che alcuni fanno giochi più in linea ai miei gusti che di altri; e quindi mi viene spontaneo cercare di giocare ai loro giochi piuttosto che di altri autori, noti, o esordienti. Credo che sia umano: la paura di rimanere incastrato per un’ora o più in un gioco che, dopo 5 minuti di regole, so già che non mi piacerà (a prescindere dalla sua qualità) è molto forte.
Credo però di non essere l’unico ad agire così; come risolvere questo problema? da qui potrebbe nascere un interessante dibattito
Condivido pienamente. Anche se mi piace vedere cosa propongono gli autori che non conosco, il pregiudizio di partenza è forte. Se una persona partecipa al suo primo incontro tra autori, è facile che i suoi giochi non funzionino, o che siano una palla clamorosa. Brutto da dire? Vero, ma non ho avuto tantissime smentite fino ad oggi. Quest’anno ho interrotto alcune partite, spero senza troppa rudezza, e di altri giochi mi sono solo fatto spiegare le regole.. Però questa è responsabilità degli autori: scantatevi, giocate roba moderna. Ad esempio – qui lo dico una volta per tutte – mi rifiuto categoricamente di giocare qualsiasi gioco che finisca con il suffisso “-OPOLY”.
Ludoteca
Playtesting tra autori o giocatori occasionali?
Condivido ogni riga.
Grazie del contributo
Paolo