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E’ giusto che io sacrifichi un ora del mio tempo in qualcosa che sono sicuro non mi porterà niente “solo” per aiutare un giovane autore. Con l’aggiunta di dover trovare il tatto per dire le giuste cose nella speranza che vengano assimilate (e non solamento giudicato io stronzo)?
E’ molto più facile la faccenda se vista dal basso. Giocare ad un prototipo di un autore più esperto porta sempre un vantaggio in termini di ricchezza culturale ludica (tanto quanto giocare giochi editi e spesso di più).
Scusa… allora mi sfugge il senso e l’utilità di manifestazioni come questa… è un incontro fra autori e tester che propongono i loro prototipi e giocano a quelli degli altri in un’atmosfera di mutua crescita, oppure l’incontro di 10 amici che creano giochi da 30 anni e si ritrovano a giocare le nuove creazioni dell’amico super peso?
Mi sembrava di aver capito (anche se non ho mai partecipato un’idea me l’ero fatta) che fosse più simile al primo caso che al secondo…
E se è così, allora anche giocare il gioco di un pivello può apportare “vantaggi in termini di ricchezza ludica”… prima di tutto a chi è un pivello e ha come tester un autore esperto, ed in secondo luogo all’autore esperto che ha modo di valutare i nuovi elementi del game design (presumendo che i nuovi autori o aspiranti tali portino una ventata di idee nuove, o perlomeno originali)
Abbiamo “ingiustizie” da qualsiasi parte giriamo il problema.
Attualmente questo è un problema di coscienza individuale per i “vecchi” (se si mettono una mano sulla coscienza si “donano” quanto basta) e di inesperienza per i “giovani” (che dovrebbero capire che a poco gli giova rimanere attaccati al proprio prototipo).
Questo lo quoto appieno: se la manifestazione dovrebbe funzionare nel modo che ho compreso io, allora né esperti, né pivelli dovrebbero attaccarsi ai loro prototipi; il testing aiuta a crescere tutti; ho imparato molto di più negli ultimi sei mesi a frequentare i club di giochi che non in anni di studio di pedagogia e psicologia del gioco.
Piuttosto, se gli autori temono che scappi “l’occasione d’oro” mentre provano un altro gioco, che addestrino qualche amico a presentarlo, per sostituirlo in una così sporadica occasione.
Da \”giovine\” autore preferisco una persona che mi dice \”guarda il tuo gioco mi ca**re\” piuttosto
che mi dice \”bellino\”, ma poi pensa \”che schifo quel gioco\”. Se poi, mi giustifica anche il
motivo per cui non gli piace, meglio!
Quoto: è quello che intendevo io, con la pappardella melodrammatica degli ultimi 2 messaggi.
Così come mi sembra giusto che editori o agenti possano smarcarsi rapidamente da un tavolo, senza
avere troppe remore morali. In fondo si tratta di una cultura dell’ambiente. Se diventa normale ed
accettato da tutti che possono farlo e non è cattiva creanza nessuno (forse) ci rimane male.
Ri-quoto… anche se arrivassimo con questo dibattito ad instaurare una specie di “codice auto-comportamentale dell’autore e del tester” editori, agenti, pubblicazioni, ecc… sarebbero comunque una sfera separata: loro hanno un’etica (intesa come comportamento, non come buona creanza) professionale, o qualcosa che gli si avvicini… credo.
Manca a noi, autori o pivelli (io sono un pivello ci tengo a sottolinearlo): quindi mollate ‘sti prototipi e fatevi un giro >.<
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