Rispondi a: Rapporto con gli editori

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#12651
PaoLo
Partecipante

bigdrugo wrote:

Quindi firmando un contratto, l’edtore può anche non stampare il gioco ?

ma sul contratto deve esserci scritta una data entro la quale va stampato o no?

Sì, e sì.

Allora, intanto distinguiamo tra contratti d’opzione e contratti di edizione.

Un contratto d’opzione normalmente chiede all’autore di non sottoporre ad altri editori il gioco fino ad una certa data (che deve essere specificata), entro la quale l’editore si premunirà di dare una risposta, cioè di proporre eventualmente all’autore un contratto di edizione vero e proprio.

Personalmente io non trovo senso in questi contratti a meno che ci sia un impegno di qualche tipo da parte dell’editore, come un ‘fermino’ di tipo economico, anche non rilevante. E normalmente non prenderei in considerazione comunque contratti di opzione più lunghi di qualche mese o un anno.

Con un contratto d’edizione invece la casa si impegna a pubblicare e mettere in vendita il tuo gioco, normalmente stabilendo una data limite, una tiratura minima e a volte (consigliato) un anticipo. L’anticipo, assieme a volte ad una certa altra quota stabilita da contratto o da un gentlemen agreement successivo (qualcuno di noi ne sa qualcosa), è ciò che resta all’autore in caso di mancata pubblicazione del gioco entro la data prevista. L’autore ritorna inoltre proprietario di ogni licenza sul proprio diritto d’autore.

Considerazione generale: in Italia capita ancora troppo spesso (per fortuna non parlo per esperienza diretta, lo dico per salvaguardare la reputazione dei miei editori) che il contratto sia ritenuta dagli editori una pura formalità, e che sarebbe meglio fare come ai vecchi tempi, sputandosi su una mano prima di stringersela. Personalmente penso: PALLE. Se c’è fiducia e collaborazione tra autore ed editore tantissimo di guadagnato, ma guai a voi se un editore si azzarda a pubblicare un gioco vostro senza che vi firmi qualcosa, e che su questo qualcosa ci siano scritte le cose giuste.

Questo non significa assolutamente che il mondo dei giochi sia fatto di squali: anzi. Ma partire da questo è il primo passo per affermare che, nonostante i compensi che possono sembrare risibili rispetto ad altri ambiti, anche nel mondo dei giochi esistono delle professionalità e delle competenze che devono essere riconosciute e protette.

Post edited by: paolo, at: 2010/03/24 12:18

"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."