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Intanto ti segnalo la Guida all’Autoproduzione di Sacchi e Chiarvesio, che sicuramente ti toglierà un po’ di dubbi… comunque, ecco un riassunto rapido (basandomi sulle tue domande).
Cosa significa auto-produrre un gioco? Quali sono i vantaggi ed i limiti? Perché un aspirante autore di giochi, oppure un autore emergente, dovrebbe preferire questo tipo di pubblicazione rispetto ad affidarsi ad una casa editrice?
Autoprodurre vuol dire, in soldoni, essere sia l’autore che l’editore del tuo gioco.
Il vantaggio immediato è ovvio: la pubblicazione del tuo gioco non dipende da terzi.
Quindi, appena per te è “pronto”, lo immetti sul mercato e non devi aspettare risposte da nessuno. Questo mi porta al terzo vantaggio: esposizione “mediatica” (internet e fiere, eh, non parlo del tg1) immediata.
I limiti sono che i soldi e la faccia che vengono investiti sono quelli dell’autore. Spesso questo vuol dire fare una fatica bestia anche solo per andarci in pari (senza garanzie di farlo). Inoltre, altrettanto spesso l’autoproduzione è una scelta derivante dall’impazienza, e questo porta all’immissione sul mercato di giochi “carenti” (di playtest, dal punto di vista grafico o della componentistica, di marketing, di conoscenza del mercato stesso, di esperienza del produttore come autore o editore, o anche la somma di tutte queste possibili lacune). Insomma: sono due mestieri e l’autoproduttore li fa entrambi… non è impossibile, ma è difficile. Nota: serve anche MOLTO tempo. Se per molti fare l’autore non è un lavoro, per un editore è diverso: quello solitamente è un lavoro a tempo pieno (per alcuni credo part-time, ma comunque un lavoro, una roba con cui si tenta di guadagnare soldi e vivere).
– Come si fa a capire se vale la pena o meno investire tempo e denaro su un determinato gioco?
Per esempio sottoponendolo all’attenzione di un editore
Scherzi a parte, girare per fiere col prototipo e vedere la risposta di pubblico e operatori è una buona idea (specialmente gli appuntamenti di IDG o di Giochi con l’Autore) ma, mi raccomando, con particolare occhio critico. E’ bene non fidarsi di chi ti dice che è bellissimo, che devi assolutamente produrlo, ma lavorare sodo per togliere tutti i difetti: ci saranno anche eccezioni, ma nessun gioco nasce perfetto.
– Quali sono i punti dell’investimento più onerosi?
Beh, di sicuro i costi di produzione (scatola e plancia sono fra i “pezzi” più costosi), le tasse e l’investimento di tempo e denaro per girare le fiere: non sembra ma farsi fuori casa tutti quei week-end alla fine incide…
– Quali sono gli standard minimi odierni da raggiungere per quanto concerne, grafica e materiali?
Entra in un negozio specializzato, e prendi un po’ di giochi della stessa “fascia” del tuo. Quello è lo standard: il tuo dev’essere abbastanza bello da fare concorrenza a quelli.
Occhio anche al prezzo: devi essere sicuro di rientrare delle spese e di avere abbastanza soldini per pagare l’IVA e le altre tasse: sembra ovvio ma ti assicuro che i calcoli da fare sono parecchi e presuppongono una buona conoscenza del processo di produzione di un gioco (dopo tutto sei un’editore, no?)
– A chi bisogna rivolgersi per avere preventivi di produzione (che solitamente pongono fine alle velleità di auto-produzione)? Distributori, chi sono costoro? Se ne può fare a meno?
Al di là delle conoscenze di ognuno, ci sono diversi produttori di materiali e stampe in giro per internet… anche in questo caso la Guida fornisce qualche aiuto.
E no, non puoi fare a meno della distribuzione… vorrebbe dire che ogni singola copia la devi vendere tu: se ne stampi 2000, quanto tempo pensi di metterci?
– Davvero dopo tutto questo sbattimento se non faccio promozione al mio gioco e come se non avessi fatto nulla?Chi e come promuove un gioco? Blog e forum, quanto possono essere determinanti nella promozione?
Beh, non è proprio così ma sicuramente se nessuno sa che il gioco esiste, nessuno lo prenderà. Bada che “andare in fiera” è comunque promozione (anzi, è la più diretta).
Blog e forum sono quasi tutto, a meno che l’editore non voglia investire in spot radio e tv (ma, a parte Editrice Giochi, non mi pare ci sia nessuno che lo fa a causa dei costi proibitivi).
– I giocatori si fidano delle auto-produzioni?
Dipende tanto dalle esperienze che hanno fatto. Se giochi a due autoprodotti e fanno schifo, probabilmente poi non ti fiderai granchè. Se invece provi bei giochi, sarai più bendisposto. Di solito dell’autoproduttore viene apprezzata la “forza” che ha nel credere nella sua idea, ma ovviamente – a meno che non si ponga come una VERA casa editrice, in modo serio e professionale – il fatto che il gioco non sia stato vagliato da “terzi competenti” può essere una discriminante.
Lascio la parola a chi ne sa di più.
Edit: i Ninja non sono stipendiati dalle case editrici ma sono un movimento deviato e corrotto fondato dalla misteriosa Sorgente di Ogni Male. E non decapitano: evirano.
Post edited by: izraphael, at: 2010/09/17 08:56
Marco Valtriani
Red Glove Edizioni & Distribuzioni
Lead Designer
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Board Game Designers Italia