Rispondi a: AutoProduzione: se sì, perché?

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#13975
Mariov
Partecipante

Eccoci all’autoproduzione, che considero, più di ogni altro, “il mio argomento”. Non a caso ho composto l’ossatura iniziale della Guida all’Autoproduzione citata da Iz proprio riprendendo miei post su questo forum.

Iz e Paolo hanno scritto cose giustissime, e metterei in primo piano proprio il rapporto con l’editore, che valuta il gioco con occhio distaccato, e la qualità dei materiali, che DEVE essere in linea con gli standard di mercato, altrimenti sono soldi buttati via.

Personalmente non sconsiglio l’autoproduzione in sé e per sé, ma sconsiglio l’autoproduzione irresponsabile, perché io stesso ne sono stato vittima.

Mi spiego:
-hai la possibilità di produrre il tuo gioco artigianalmente, in poche copie, e venderlo in qualche fiera dove lo dimostri e giochi tu stesso? Bene. Questo si può fare.
-vuoi vendere il tuo gioco in tutto il mondo, o anche solo in tutta italia, ma vuoi produrlo artigianalmente? Eh, no, questo non si può fare.

Ti faccio degli esempi che mi riguardano personalmente:
-Primo gioco che ho autoprodotto: BAUSQUITMIAO (2005)
http://boardgamegeek.com/image/108455/bausquitmiao
plancia troppo sottile, carte fustellate, adesivi più grandi dei gettoni, regolamento su un foglio A4 in B/N, colore della scatola sbagliato.
Il gioco piace molto ai bimbi, tant’è che quando lo porto in fiera lo comprano il 90% di quelli che lo provano, ma a livello commerciale è semplicemente invendibile. Non rispetta gli standard di mercato e, a dirla tutta, negli anni ho anche semplificato le regole, e in fiera lo spiego in modo leggermente diverso da come era stato pensato in origine. Conclusione: siamo nel 2010 e ancora non sono andato in pari. Anzi, diciamo che è l’unica voce negativa di Post Scriptum

-Tre anni dopo, il nostro quarto gioco: SATOR (2008)
http://boardgamegeek.com/image/593569/sator-arepo-tenet-opera-rotas
http://boardgamegeek.com/image/380654/sator-arepo-tenet-opera-rotas
un gioco perfettamente in linea con gli standard di mercato, con materiali di ottima qualità, venduto in tutta Europa e in USA.

Terzo esempio, che probabilmente è il più pertinente di tutti: Proprio in questi giorni sta per uscire FLORENZA
http://boardgamegeek.com/images/thing/81640/florenza
(non ho ancora vere foto perché il gioco non è ancora arrivato).

FLORENZA è un’autoproduzione a tutti gli effetti, ma gli autori non si sono lanciati allo sbaraglio, ma si sono rivolti a un editore già esperto (in questo caso noi) e gli hanno dato completa fiducia.
Ciò significa che il gioco è stato playtestato, modificato, migliorato (di comune accordo con gli autori), sia da noi, sia da altri playtester esperti. E uscirà con materiali davvero BELLISSIMI, e già con accordi di distribuzione per Germania e USA.

Quindi la strada dell’autoproduzione fatta bene è percorribile, però non illuderti che sia una passeggiata. Bisogna avere la convinzione di diventare editori a tutti gli effetti e poi lavorare come tali.
Non è neanche una questione di costi, perché ho visto di persona giochi con materiali brutti i cui autori mi hanno detto che li hanno pagati di più di quanto avrebbero speso facendoli in modo professionale. E’ proprio una questione di mentalità e “professionalismo”

Una cosa che non mi stanco mai di ripetere: la cosa che serve più di ogni altra, per autoprodurre il proprio gioco è l’UMILTA’: accettare i consigli dei più esperti, essere disposti a cambiare le regole di gioco a cui siamo più affezionati, togliersi dagli occhi il velo di “amore paterno” che ci impedisce di valutare il nostro gioco oggettivamente. Per esperienza, ho visto che il problema principale, il primo ostacolo da superare, è proprio questo.

Ciao,
Mario

Mario Sacchi - Post Scriptum
http://postscriptum-games.it
Il mondo è bello perché è Mario