Rispondi a: il mito del BLIND TEST

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#14717
PaoLo
Partecipante

Max provoca a seguito di una discussione privata con me. Sono io che sostengo che il blind test è un faslo mito.

Provo a spiegarmi meglio.

Secondo me il blind test è utile, ma quasi esclusivamente nelle ultime fasi del test, cioè quando sono lì lì per sottoporre il gioco ad un editore, e voglio essere sicuro che le regole siano chiare.

Ma testare “alla cieca” prima, quando sono consapevole che il gioco è ancora indietro e può avere bisogno di aggiustamenti, allora secondo me è addirittura controproducente.

Uno, perché la lettura del regolamento di gioco prende molto tempo, e per quanto mi riguarda le occasioni di playtest sono così rare e preziose che non posso sputtanare metà del tempo perché si leggano un regolamento e cerchino di comprenderlo.

Due, sempre perché i playtest e playtester sono così preziosi, che non posso permettermi che capiscano e giochino male il gioco. Io voglio che lo giochino correttamente, a costo di spiegare ogni dieci minuti come funziona una regola.

Il regolamento può perfino cambiare durante la partita, se mi accorgo che qualcosa palesemente non funziona. Certo, non cambierò ogni trenta secondi e al minimo alito di vento, ma voglio essere presente per capire cosa va e non va.

Se l'autore è necessario per spiegare ogni cinque minuti quale è la mossa migliore, per dare consigli strategici perché se fanno una mossa diversa il gioco si pianta, allora c'è qualcosa che non funziona e da sistemare nel gioco.

Ma se l'autore, ripeto: specie nelle prime fasi, interviene per dire cosa si può fare e cosa no, allora per me può benissimo rimanere al tavolo e giocare con gli altri.

"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."