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Rispondo con una riflessione un po' laterale, cercando di non andare troppo OT. In caso contrario, spostatemi in un altro thread.
Ho apprezzato molto questo tentativo di schematizzazione analitica di un gioco, in quanto anche io tento incessantemente di produrne, finora invano. Mi sembra, però, anch'esso fallimentare, perché riesce ad abbracciare pochi giochi (solo gestionali o analoghi, mi pare), e con poca profondità (come diceva Iz: lascia fuori una enorme quantità di dettagli, che poi sono ciò che fa la differenza).
Questo fallimento, tuttavia, mi ha fatto riflettere sulla questione (già dibattuta in molte sedi, ma ancora “calda”, credo) del rapporto tra gioco e arte. Io credo che questa sia l'ennesima prova del fatto che il gioco sia una forma d'arte: così come le altre, esistono teorie e tecniche (anche sopraffine e molto sofisticate; per capirci, nell'ambito del gioco sono ciò che ha riassunto Iz nel suo libro) che l'artista deve conoscere per poter creare; ma per quanto ci si sforzi, non è possibile schematizzare l'opera d'arte in maniera analitico/scientifica senza epurarla da tutto ciò che la caratterizza, da ciò che la rende affascinante.