Rispondi a: Relazione tra aleatorietà e scelte

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#16745
Plautus
Partecipante

Premesso che continuo a ripetere che la presenza di meccaniche di bluff non fa di un gioco un gioco aleatorio o meno più di quanto possa farlo la presenza di un dado (un gioco da questo punto di vista può essere valutato solo nel suo insieme, non a livello di singolo elemento, anche perché si otterrebbero risultati contrastanti)…

Perfettamente daccordo, chi ha detto il contrario?

come fa il bluff a essere aleatorio?

Io avevo fatto una premessa: in genere quando si parla di “gioco di bluff” non si intende solo la possibilità di “bluffare” cioè di agire in modo da nascondere o dissimulare le proprie intenzioni, come nel poker, ma spesso si intende semplicemente un gioco in cui non tutte le informazioni sono visibili. Spesso i giochi in cui la scelta è simultanea o segreta vengono messi in questa categoria, forse a torto, non lo so, ma era questa la premessa del mio ragionamento. Evidentemente c'è un abuso di linguaggio in genere..

Comunqe per questo basta mettersi d'accordo sulla definizione. Allora parliamo non più di bluff ma in generale di informazione nascosta, se sei daccordo. 

Significherebbe che è casuale il fatto che io decida di bluffare o meno, ma io non tiro un dado per decidere se farlo, lo decido io e basta, non c'è alcuna aleatorietà nella cosa.

Il fatto che una cosa la decida tu o la decida il dado non cambia: se un giocatore non ha alcun modo di prevedere la tua scelta ciò rende quest'ultima, “dal punto di vista di questo giocatore”, casuale e il giocatore si comporterà come se lo fosse.
Il caso è semplicemente un modo matematico di modellare un evento imprevedibile. La sequenza di numeri “casuali” generata da un computer appare essere “casuale” nel senso che rispetta alcuni criteri statistici, ma di fatto è generata da un algoritmo.

es. l'avversario mi attacca con una carta scelta segretamente ma io posso difendermi giocando una carta di valore più alto. Oppure posso disporre di qualcosa che modifica o annulla il suo attacco.

E cosa c'è di aleatorio in questo?

Prova a fare un gioco in cui gli avversari possono attaccarti con delle carte (scelte da loro) ma tu
– non puoi mai fare ipotesi ragionevoli su quali carte essi giocheranno
– non hai alcun modo di difenderti
– non puoi scegliere se e quanto rischiare
Stai pur sicuro che tutti si lamenteranno che il gioco è “totalmente governato dalla fortuna”. E a ragione.

Credo che non valga la regola “casualità = dadi” ma piuttosto “casualità = imprevedibilità”, qualunque sia la causa di questa imprevedibilità.

Quando l'allievo è pronto... il maestro arriva!