Home › Forum › Meccaniche › Relazione tra aleatorietà e scelte › Rispondi a: Relazione tra aleatorietà e scelte
Perfettamente daccordo, chi ha detto il contrario?
Chi, originariamente, aveva chiesto in quale categoria dovesse andare un gioco in cui è possibile bluffare.
come fa il bluff a essere aleatorio?
Io avevo fatto una premessa: in genere quando si parla di “gioco di bluff” non si intende solo la possibilità di “bluffare” cioè di agire in modo da nascondere o dissimulare le proprie intenzioni, come nel poker, ma spesso si intende semplicemente un gioco in cui non tutte le informazioni sono visibili. Spesso i giochi in cui la scelta è simultanea o segreta vengono messi in questa categoria, forse a torto, non lo so, ma era questa la premessa del mio ragionamento. Evidentemente c'è un abuso di linguaggio in genere..
Mi sembra parecchio improrio però, non c'è nessun bluff nella semplice contemporaneità della scelta.
Comunqe per questo basta mettersi d'accordo sulla definizione. Allora parliamo non più di bluff ma in generale di informazione nascosta, se sei daccordo.
Cérto
Significherebbe che è casuale il fatto che io decida di bluffare o meno, ma io non tiro un dado per decidere se farlo, lo decido io e basta, non c'è alcuna aleatorietà nella cosa.
Il fatto che una cosa la decida tu o la decida il dado non cambia:
Cambia eccome ^__^;;;
se un giocatore non ha alcun modo di prevedere la tua scelta ciò rende quest'ultima, “dal punto di vista di questo giocatore”, casuale e il giocatore si comporterà come se lo fosse.
Il problema è che io non sono un dado.
Nessuno può prevedere il risultato del lancio di un dado, vero, ma non è altrettanto vero che nessuno possa prevedere una mia decisione, anche se in genere tento di essere abbastanza imprevedibile.
Il caso è semplicemente un modo matematico di modellare un evento imprevedibile.
Perfetto. La scelta effettuata da un essere umano non è imprevedibile, quindi non rientra nel modello.
Non che non possa esserlo, ma non si può affermare che lo sia sempre e comunque.
La sequenza di numeri “casuali” generata da un computer appare essere “casuale” nel senso che rispetta alcuni criteri statistici, ma di fatto è generata da un algoritmo.
Infatti i computer non sono veramente in grado di generare numeri casuali, ma questo è un altro discorso mi pare.
es. l'avversario mi attacca con una carta scelta segretamente ma io posso difendermi giocando una carta di valore più alto. Oppure posso disporre di qualcosa che modifica o annulla il suo attacco.
E cosa c'è di aleatorio in questo?
Prova a fare un gioco in cui gli avversari possono attaccarti con delle carte (scelte da loro) ma tu
– non puoi mai fare ipotesi ragionevoli su quali carte essi giocheranno
– non hai alcun modo di difenderti
– non puoi scegliere se e quanto rischiare
Stai pur sicuro che tutti si lamenteranno che il gioco è “totalmente governato dalla fortuna”. E a ragione.
In realtà no, non è governato dalla fortuna. Se io non posso difendermi, non posso scegliere cosa fare e non posso (ma perché di preciso poi?) prevedere cosa mi verrà giocato contro (cosa che comunque è del tutto irrilevante visto che anche saperlo non cambierebbe il fatto di non potermi difendere
Credo che non valga la regola “casualità = dadi” ma piuttosto “casualità = imprevedibilità”, qualunque sia la causa di questa imprevedibilità.
Non sono d'accordo a livello generale (una cosa può essere imprevedibile perché tu non conosci le leggi che la regolano, ma questo non la rende casuale), ma soprattutto non lo sono a livello particolare: gli esseri umani non sono imprevedibili. La maggior parte delle persone ha schemi di comportamento di cui è più o meno consapevole, e nel secondo caso li ripete quasi meccanicamente senza rendersene conto. Anche nell'ambito di una partita a qualche gioco non è così difficile individuarli e quindi essere in grado di prevedere la mossa successiva (e anche senza arrivare a questo, l'intero gioco degli scacchi si basa proprio sul prevedere la mossa successiva dell'avversario).
È chiaro che la possibilità di prevedere una mossa diminuisce all'aumentare delle possibili mosse, se l'avversario deve giocare una carta tra tre che ha in mano pescate a caso da un mazzo di 100 è abbastanza ovvio che io non possa sapere quale giocherà (ma va anche detto che qui il caso entra in gioco nella pesca dal mazzo più che altro, se il giocatore ha accesso a tutte le 100 carte le mie possibilità aumentano non di poco).
Perfino nella morra cinese si può riuscire a capire cosa farà l'avversario con un minimo di ragionamento. Non sempre, ma è possibile.
Cérto