Home › Forum › Meccaniche › Il caso › Rispondi a: Il caso
memory è più un gioco con tessere che di carte. ma a parte questo, come fate a dire che non c'è fortuna?
parto con le tessere coperte: ne scopro 2 e sono uguali. che fortuna! vado avanti. ne scopro altre 2: ancora uguali. wow. continuo così e le scopro tutte vincendo la partita con tutto merito della fortuna.
se poi voi vi riferite ad altre regole, ok.
Ok vista in quest'ottica c'è ne, ma ho tiri su in questo modo + del 50% (se giochi in due) delle tessere con veramente una fortuna sfacciata (vai al casinò immediatamente che ti cambia la vita e telefona a casa per vedere cosa fà la moglie ) ) oppure anche se imbrocchi 2/3 combinazioni dovrai assulutamente ricordarti la posizione delle tessere scoperte e poi ricoperte per poter vincere.
Però anche questa è fortuna potremo chiamarla, per dare l'idea, Fortuna Contingente
Cavolo che paroloni per definire il c…
A tal proposito vorrei aggiungere una cosa sugli Scacchi, gioco privo di fortuna.
In realtà una cosa fortunata che può incidere sulla partita c'è (anche se riguarda tutti i giochi nei quali bisogna pensare), il fattore condizione mentale (non so in che altro modo chiamarlo).
Parlo per il sottoscritto, ma se provate a parlarne coi giocatori, scoprirete che non è solamente un mio problema.
Noi non abbiamo sempre la mente lucida quando giochiamo (ma non solo), siamo soggetti ad avere +/- concentrazione a seconda di svariati fattori, questo incide notevolmente sulla strategia (poco) e sulla tattica (tanto).
Questa condizione mentale, generalmente, cambia in un x numero di giorni con dei picchi di down contrapposti con picchi di genialità.
Me ne accorgo proprio quando gioco a Scacchi, dove dopo un paio di partite mi rendo immediatamente conto della mia condizione momentania, la chiamo “vedere la scacchiara”, quando sono + (massimo del picco) la vedo completamente, cioè mi ricordo della posizione di tutti i pezzi presenti sulla scacchiera durante la partita sò (in ogni momento della partita) dove sono, cosa stanno facendo (es. x un alfiere, controlla la diagonale bianca media, devo portarlo, ma non nelle 4 mosse succesive dove prima devo mettere il mio Re al sicuro , sulla grande diagonale, ma attento alla torre avversaria che minaccia la casa A1 quindi deve andare nella casa B2 o C3.) e lo farò.
Quando sono -(minimo del picco), vedo la scacchiera ristretta, piu lontani sono i pezzi dal fulcro del gioco, più difficile e per me ricordarmene, andando a finire che l'alfiere di prima lo muovo dopo 2 mosse (sbagliando tatticamente) o ancor peggio lo metto nella casa A1, e la torre avversaria se lo mangia.
Ora quando sono +, gli avversari che hanno dei punteggi ELO simile al mio, li batto facilmento generalmente 4 a 1, se gioco con i maestri di scacchi “rubo” qualche partita e combatto dignitosamente nelle altre.
Quando sono -, gli avversari forti come me, mi battono di sovente, con i maestri non c'è storia e abbandono spesso le partite entro le 15 mosse. Per mia fortuna contro i giocatori più deboli, li batto ugualmente ci metto più tempo, ma mi basta l'esperienza per prevalere.
Tutta questa ennesima pappardella e per dire questo : Se questo succede a tutti (ho conferme da altri scacchisti), quando io gioco una partita contro un giocatore che sò essere più forte di me, ma io sono + e lui è -, quindi vinco, sono fortunato?
E se si, quanto incide sul gioco (non un gioco, ma il gioco in generale)?
Ciao
ps. Scusate, ho visto che su memory GMT ha scritto praticamente le stesse cose, ma questo post l'ho scritto stamattina e sono riuscito a postarlo solamente adesso.