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Beh, quello però è extra-gioco.
La condizione psicofisica è un fattore su cui il game designer non ha potere.
Se giochi a Antike con la febbre a 40 probabilmente perderai, ma non mi sembra un buon motivo per dare contro al povero Mac Gerdts
Piuttosto, negli scacchi, può essere “casuale” il fatto che ti capiti il bianco o il nero, così come in alcuni giochi l'ordine di turno o semplicemente l'ordine di giro (magari determinato casualmente all'inizio e immutabile fino alla fine) possono influire sul gameplay.
Ma, così come negli scacchi si sa che potrebbe toccarci il bianco o il nero (e dobbiamo prepararci a entrambe le possibilità), così nei GdT bisogna essere un po' elastici.
Questi fattori (verissimi, ci mancherebbe, sugli scacchi confermo anche io), però, sono un po' una “sega mentale”.
O si pretende che il game designer preveda anche cosa succede se uno scarso è seduto prima o dopo rispetto alla 'testa di serie' del tavolo?
A meno che non ci siano vantaggi eccessivi e sbilanciati (es. in favore di chi gioca per primo), che vanno risolti, una volta che il gioco è bilanciato ognuno si siederà dove gli pare, ci manca pure che l'autore debba mettere i segnaposti coi nomi fra i materiali dei giochi
E comunque, chi è molto competitivo è bene che, quando ha mal di testa, si guardi un film invece di giocare alla Guerra dell'Anello
Marco Valtriani
Red Glove Edizioni & Distribuzioni
Lead Designer
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Board Game Designers Italia