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Per quanto riguarda le conferenze, col senno di poi, forse tre sarebbero state addirittura troppe. Un vero peccato aver saltato obbligatoriamente l'intervento di Andrea Chiarvesio, malato da una brutta influenza (forza Tanis!), perche' era davvero ben preparato e sarebbe risultato interessante per molti designers. Nulla di sprecato, ci prenotiamo per la prossima occasione. Forse non a tutti era gradito interrompere il playtest (e infatti alcuni non l'hanno fatto: nessun problema se non giocano a S.C.E.M.I o al gioco dei vichinghi)
Sugli editori possiamo prevedere un incontro con loro, anche se non ricordo alcuna richiesta nei forum. Per esperienza non considero un incontro con gli editori particolarmente formativo in termini di design: temo si ridurrebbe ad un lungo elenco di caratteristiche richieste dai proto, attestazioni di serieta' e ancora elenchi di giochi realizzati. Non per sminuire il loro ruolo, ovvio. Ma le priorita' degli autori sono altre. Senza contare che Spartaco ha ampia autorita' per rappresentare anche quella categoria, e molti passaggi del suo intervento infatti l'hanno visto anche in quel ruolo.
L'idea di orari fissi dove trovare gli editori che si avvicendano ad un determinato tavolo funziona, e potremmo utilizzarla con gli editori che si rendessero disponibili.
Non sono così d'accordo con la seconda parte dell'intervento.
Se uno vuole incontrare un editore prima si documenta per sapere se il suo gioco lo puo' interessare e poi lo cerca, prende appuntamentovia email, se non lo conosce cerca la sua foto su internet (Google>foto), chiede in segreteria, chiede in giro, mette delle taglie.
IDEAG è un meeting dove ognuno fa la sua parte e dove si va anche senza dover pubblicare a tutti i costi. Se uno vuole cercare di pubblicare il proprio gioco si muovera' in tal senso. Noi mettiamo l'organizzazione e la struttura, ma ci vuole un minimo di intraprendenza da parte degli autori, la stessa che qualche anno fa li spingeva a partire con la valigia per lontane fiere a girare tra stands dove pochi parlavano inglese e nessuno in italiano. Dove nessuno ti presentava gli editori, o magari te li portava al tavolo. Pretendere questo dall'organizzazione e' una forzatura, IDEAG non e' mica una agenzia. Potrebbe diventarlo, è vero, ma allora sarebbe un'altra cosa.
A IDEAG tutti gli autori collaborano, ma poi si giocano le loro carte con gli editori come vogliono/possono da soli, e in questo senso sono in concorrenza. Questa volta gli editori avevano tutti il badge e hanno davvero girato parecchio. Se non vengono lamentele in questo senso da parte degli esordienti non vedo perche' tirarle fuori come ipotesi. Se tu fortunatamente li conosci quasi tutti e sai di uno che li cerca, allora presentaglieli.
Capisco l'intento costruttivo del tuo intervento e certamente so che non vuoi causare polemica; non giudicare questa replica censoria, intervengo solo per stabilire alcuni punti fermi che mi stanno a cuore.
Walter Obert