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#17586
Linx
Partecipante

Grazie Bigdrugo, osservazioni molto utili! Concordo su tutto, anche se la questione delle presentazioni “editori – autore” è oggettivamente difficile da organizzare. Credo che la cosa più sensata sia piuttosto rendere disponibile con anticipo sufficiente lista e contatti degli editori che interverranno, con la possibiltà di contattarli per chiedere direttamente un incontro.

Credo che effettivamente questa era una delle poche cose che si potevano facilmente fare per migliorare il tutto. Gli editori avevano una lista dei giochi. Magari avere una mail agli iscritti con la lista degli editori, i loro recapiti (e magari ciò che erano interessati a vedere) era il miglior modo per poter pianificare degli incontri contattandoli prima e senza obbligarli a perdere tempo. Eravamo 50 autori con più prototipi a testa. Anche solo sentire le spiegazioni di un quarto di quelli richiede un tempo improponibile senza una pre-selezione.

Di più non credo si possa chiedere all'organizzazione.
Credo che la presenza di diverse persone venute solo per provare giochi abbia colmato un pò dei vuoti delle scorse edizioni.
Le conferenze e le presentazioni, per quanto “disturbino” i playtest hanno contribuito a rendere l'atmosfera molto più ufficiale, migliorando il tono dell'evento, che ormai è ben oltre il livello di “ritrovo di autori”.

Quest'anno mi sono ritrovato ad avere molto a che fare con l'inglese, volendo contribuire a non far sentire “di troppo” gli ospiti stranieri e approfittandone per cercare di conoscere persone interessanti. Peccato che intuissi una parola su 4 di quello che dicevano. Finchè si trattava di capire le regole me la cavavo. Mi sono invece sentito una merda non riuscendo a sostenere una qualsivoglia conversazione neanche col mio autore preferito (Chvatil) che mi raccontava di come i suoi figli piccoli giocavano anche loro agricola in maniera molto “fuori dalle regole”. Motivo per cui ha inventato Dungeon Pets. Direi che il suo gioco è già divertentissimo così. Gestire la cacca dei mostri e farli divertire quanto basta è una cosa che solo a lui poteva venire in mente. Soprattutto ficcato in un worker placement dalle meccaniche serissime alla agricola. E senza testo per poterlo utilizzare coi bambini (anche se trovo e gli ho riferito avrebbero qualche problema con certi passaggi). E' pubblicabile così com'è, anche se un pò di pulizia di alcuni passaggi (a mio parere anche un turno in meno) potrebbero servire. Il solito genio.

Ninfee di Cathala si colloca nel genere astratti per due e avrebbe potuto partecipare al cimento di IDG sul gioco del tris. Vincendolo ovviamente.
Non amo gli astratti ma ho apprezzato molto e mi è venuto voglia di comprarlo.
Aver stracciato Paolo dopo averlo illuso con una manche vinta potrebbe aver contribuito. ;-)

Per finire il giro delle regole in inglese concludo con Hostaria dell'italianissimo Simone Luciani. Al cui tavolo però si è unito Chvatil costringendolo a spiegare tutto il gioco in inglese. Con un pessimo effetto su di me che ho continuato a intuire una parola su 4. Non so se il mal di testa sia derivato da lì o abbia contribuito alla cosa ma l'ho trovato un gioco dalla pianificazione difficilissima e frustrata dalla necessità di dover fare il conto coi dadi per le risorse. Io amo gestire “quello che viene”. Ma questo è un gioco dove le cose devo pianificarle con diversi turni di anticipo per combinare qualcosa e trovo sia molto in contrasto con la gestione dei risultati usciti. Infatti ho combinato pochissimo. Mi aspettavo ben altro da Mago e Virginio insieme. Ma magari è solo colpa del mal di testa che obnubilava le mie capacità.

Ho poi provato il gioco dei ponti tibetani di Luca Bellini trovandolo molto interessante. Un pizzico di bluff e un pizzico di gestione dei soldi per un gioco semplice ed originale. Che sta in piedi senza troppe regole (infatti un paio le avrei levate perchè parevano di troppo). Un buon gioco da giocare a tanti livelli.
Ho apprezzato anche l'astratto molto colorato che teneva a fianco sul suo tavolo. Un gioco tutt'altro che spaccacervello. Piacevolmente rilassante. Ci si gioca per divertirsi prima ancora che per vincere.

Non mi è per niente piaciuto invece il gioco di schermaglie fra miniature (…) al tavolo d'angolo nella sala conferenze. Anche perchè non era un gioco di schermaglie ma un gioco di aste cieche (che odio) mal gestite appiccicate su un'imitazione di Anacronism (infatti poi l'autore l'ha citato).

Concludo coi giochi di Paolo Mori.
Tombulonia è strepitoso nella sua leggerezza e ce lo vedo in ogni casa italiana ed estera a fianco di Bang.
Credo che convenga cambiare il tema perchè costruire templi potrebbe spaventare i giocatori a cui invece il gioco sembra diretto (pur essendo tutt'altro che disprezzabile da chi invece ama costruire templi come me che lo comprerei al volo).
Meno mi è piaciuto invece Canterbury.
Funziona ma non mi diverte. E fondamentalmente è tutto uno scommettere alla cieca (cosa che non mi piace). Oltretutto non essere preso a bersaglio dal giocatore alla propria destra è fondamentale per vincere. Una tessera assassino rovina buona parte delle strategie di inanellamento di carte.

Dove stiamo andando?
Non lo so... ma ci arriveremo molto velocemente.

(da Flushed Away)