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Interessante thread. Mi hanno sempre incuriosito le applicazioni del gioco alla TV. Anche se non guardo più la televisione dal 2002 circa (e me ne vanto!), mi è capitato qualche volta di sfuggita di osservare alcuni giochi televisivi. Niente di nuovo: semplici trasmissioni che puntano a far sentire “normali” gli spettatori ignoranti, un po' come tutte le altre. Non ho mai visto giochi televisivi che non siano solo fortuna o solo quiz (per un parallelo con i GdT, direi: “figli del Gioco dell'oca” o “figli del Trivial”); mai, e dico MAI, giochi che richiedano seppur lontanamente un minimo barlume di abilità strategica. È un caso? Io non credo. E allora qual è il motivo?
Una spiegazione che mi viene in mente è che l'assenza di qualsiasi forma di competenza richiesta ai partecipanti (non venitemi a dire che uno che sa rispondere alle domande di Scotti è una persona colta, eh!) sia voluta perché tali giochi, in cui i concorrenti sono “common folk”, non devono essere confusi con gli sport, in cui i partecipanti devono venir osannati e venerati come campioni. Ma, se così fosse, perché la necessità di questa distinzione?
Altre spiegazioni sono le benvenute.
Tuttavia, mi sono sempre chiesto chi c'è dietro all'ideazione di questi giochi, e ne approfitto per proporre qui alcune domande:
– Chi è che crea i giochi televisivi? Solo staff interni di aziende come Endemol, o esistono nomi importanti di designer liberi professionisti?
– Non esistono giochi televisivi “d'autore”? Magari in canali meno tristi dei soliti 6…
– Conoscete dei testi teorici di riferimento sull'argomento?
@ zx21: certo, ma a parità di bravura del conduttore, io mi aspetto che conti anche un po' la qualità del gioco.