Rispondi a: Logica e deduzione

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#20168
Claudio77
Partecipante

Per un po' mi era “frullato in testa” un gioco a carattere medico, i giocatori sono medici di pronto soccorso che si trovano di fronte (molto realisticamente…) a numerose carte “paziente” pescate in numero variabile, su cui si giocano carte “segni e sintomi” in parte spontanei, in parte evidenziati dalle azioni dei giocatori – tutto come nella realtà, se non ausculto i polmoni non saprò mai se ci sono rantoli bibasali e quindi ipotizzare un edema polmonare, piuttosto che fare una TC cerebrale nel sospetto di un'emorragia, ecc.,  mentre un pz che arriva in dispnea franca (fatica a respirare ed è blu), o peggio in arresto cardiorespiratorio, lo capisci anche con un'occhiata.

Ogni esame clinico richiede però un “fattore tempo” che gioca contro l'evoluzione della malattia stessa, inoltre la vittoria è garantita dall'arrivare (…sopravvivere fino…) a fine turno (turno di gioco, turno lavorativo) senza aver accumulato troppi degli unici punti vittoria che interessano in medicina, ovvero punti stanchezza, che aumentano drammaticamente se non si risolvono in fretta i “casi” (20 pz in attesa, 6 nei box di urgenza, due codici rossi in arrivo con il 118 e l'elicottero in emergenza ed il reparto che ti telefona perchè l'ECG di pinco mostra un blocco di branca sinistro e pallino si è sfilato il catetere che eri riuscito a posizionargli dopo ore di tentativi…)

L'idea era creare malattie dai nomi inventati e “fumettosi”, es. invece che vertigine oggettiva, il mal della stanza ballonzola; così come le terapie, es. per sedare un pz si usa curaro via cerbottana (si, presa da Aldo Giovanni & Giacomo :) ).
Il problema con un gioco di deduzione, secondo me – ed è stato lo scoglio su cui mi sono bloccato – è che per dedurre qualcosa devi prima avere una conoscenza delle regole che ne governano i fenomeni, quindi delle due l'una:

1) o creare un manuale dove il giocatore si “studia” prima le malattie e poi gioca cercando di ricordarsele (interessante ed articolato, ma mi vedo già le facce perplesse)…

2) oppure inserire dei meccanismi ad incastro molto più semplici, “chiave-serratura”, in cui combo di segni e sintomi richiedono un percorso più o meno standardizzato per arrivare alla diagnosi e terapia corretti in breve tempo (se arriva un pz con l'anca rotta non gli faccio l'esame del timpano, per es.)

Non so se ho reso l'idea, ma il succo era mettere il giocatore di fronte alla decisione per cui c'erano “indizi” su cosa potesse essere la malattia e cosa servisse, e la scelta doveva essere eseguire più indagini per accertarlo (ma perdere tempo/aumentare stanchezza) oppure trattare, se non proprio “alla cieca”, ma di sicuro con meno info.

Da qualche parte ho ancora il prototipo e non è detto che non lo rispolveri, anche perchè quella subdola malattia spruzzola era dannatamente difficile da diagnosticare…

Saluti,
Claudio