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#23480
Erebus
Partecipante

Premetto che non ho partecipato al concorso, quindi non sono “di parte”, ma vorrei esprimere un'opinione su quanto scritto nell'articolo e in un commento, e quello che vedo della situazione ludica italiana.

Se in un concorso a tema il tema viene troppo “interpretato” e alla fine non viene comunicato, in pratica tanto vale non averlo.
Io ho partecipato in passato a concorsi di idee in altri ambiti professionali (architettura, design, grafica), e con tutti i loro difetti (meno del 50% delle volte vince qualcuno che non sia in qualche modo “legato” agli organizzatori, anche se questa è una pratica scorrettissima) solitamente il tema del concorso DEVE essere seguito, non solo a grandi linee, ma deve essere “comunicato” efficacemente, altrimenti vieni escluso a priori.

Nell'ambito ludico io penso che si sia andato un po' troppo dietro, specie in Italia, ai giochi “alla tedesca” e soprattutto a quelli di una certa tradizione minimalista, tradizione per cui non importa la tematica del gioco, quanto la meccanica.
A mio avviso (e ripeto è solo un'opinione personale di gusto), un gioco ben fatto divide la sua giocabilità fra tematica e meccanica al 50%.
Un concorso di questo tipo, se “lancia” un tema, deve poi testimoniare che il tema venga in qualche modo BEN COMUNICATO dal gioco vincitore. Se il gioco vincitore non lo comunica, ma è principalmente valutato in base alla meccanica, allora uno può prendere QUALSIASI gioco e appiccicargli sopra un tema.

Faccio un esempio: prendo descent, vesto gli eroi da boscaioli, e trasformo le grotte in meandri di una giungla. Al posto dei mostri metto le belve, et voilà ho fatto il gioco sul tema?
Meglio ancora, il tressette con le belve al posto dei semi delle carte.

Alla lunga, a mio avviso, questo modo di interpretare i giochi all'italiana copiando dai tedeschi (che per quanto un grande popolo in tante cose in fantasia a noi “ce fanno un baffo” onestamente), e quindi dando molto più peso alla meccanica che alla tematica, è deleterio per il parco creativo italiano, ed è una tendenza che si ribalta anche sugli editori poi, sugli organizzatori degli eventi e in generale sul mercato italiano del gioco, che alla fine manca di vera innovazione e creatività.

Certo è solo la mia opinione basata sul mio gusto, il gusto di qualcuno che quando GIOCA un GIOCO vuole DIVERTIRSI, e quando ha finito vuole sentire di aver passato del tempo facendo qualcosa che lo ha soddisfatto e gli fa venire voglia di giocarci ancora. Ci sono altri giocatori che cercano invece la sfida pura, la meccanica “perfetta”, o altri che giocato un gioco lo buttano via ed avanti un altro.
Esistono tanti tipi di giocatori, ovviamente, ovunque.
Però se la comunicazione, anche a livello dell'organizzazione degli eventi, è che gli italiani nel settore dei giochi si adeguano alle mode, invece di crearle, non abbiamo nessuna speranza di proiettarci in avanti e far crescere il settore anche in italia.
E questo ve lo dico da professionista del settore (comunicazione intendo, e pubblicità): se ci si accoda agli altri, e non si migliora e crea qualcosa di unico, il settore resta stagnante.

Altro problema, non correlato al tema di cui stavo parlando, ma che secondo me c'entra in qualche modo, è anche una certa mentalità negativa che noto negli italiani, dagli autori agli editori ai critici/giocatori.
Questa mentalità porta ad essere IPERCRITICI (è un difetto tipico italiano), poco costruttivi, e spesso a farsi degli “sgambetti” (con recensioni negative, seminando “l'odio” verso il gioco del “rivale, etc.).
Questa stessa mentalità mina il settore del gioco italiano, perchè non importa quanto ben fatto o figo sia un gioco (o un qualunque prodotto), se viene comunicato male, criticato da chi dovrebbe appoggiarlo, non “rispettato” dai concorrenti, difficilmente riuscirà ad imporsi realmente.

Quello che ci salva spesso è la critica straniera, che è più oggettiva e meno influenzata “internamente”, ma dovremmo imparare a fare da motore POSITIVO di critiche ai giochi italiani, agli autori, ed anche ad uno “stile” magari un po' diverso da quello “tedesco”, e un po' più italiano.

Gio

p.s.: anche se potreste pensarlo, quello che scrivo non è legato a mie PERSONALI esperienze nel mondo del gioco, dato che principalmente mi occupo della grafica degli stessi, ma alle cose che ho visto in questi ultimi anni, seguendo manifestazioni, autori di giochi, concorsi e in generale il mondo del gioco.

Grafico, Illustratore, Web Designer, creatore di boardgames e Giochi di ruolo - TOSCANA
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Illustrazioni: http://erebus74.deviantart.com/gallery/[/url]