Rispondi a: L’arte di non saper fare giochi da tavolo

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#28757
icata
Partecipante

“In quel periodo partii da Caen, ove allora abitavo, per partecipare ad una escursione geologica organizzata dall'Ecole des Mines. Le peripezie del viaggio mi fecero dimenticare i miei lavori matematici; giunti che fummo a Coutances, salimmo in omnibus per non so quale gita. Nel momento stesso in cui misi piede sul predellino, ecco che mi venne l'idea, senza che nulla nei miei precedenti pensieri, almeno in apparenza, mi ci avesse predisposto. Le trasformazioni che avevo usato per definire le funzioni fuchsiane erano identiche a quelle della geometria euclidea. Non feci la verifica – non ne avrei avuto nemmeno il tempo, giacché appena seduto, ripresi la conversazione che avevo iniziato in precedenza – ma ne fui subito certo. Ritornato a Caen, verificai il risultato a mente fresca, per mettermi la coscienza a posto.” Conferenza di Poincaré alla Societè de Psycologie.

Ho trovato questo brano all'interno di un libro “lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta”. Ho sempre coltivato l'idea che tutto quello che apprendiamo su un certo argomento va a stratificarsi nel nostro inconscio, ma questa stratificazione non funziona solamente come una “cisterna” , da cui attingere risorse quando ne abbiamo bisogno. La stratificazione diventa essa stessa un'entità capace di produrre sintesi di senso. Non so se questa “intuizione” sia realistica o meno, e penso che dipenda anche dal tipo di percorso di apprendimento che abbiamo intrapreso, e che quindi non sia automatico innescare questo tipo di “capacità”. A me piace l'idea di avere un IO pensante, slegato dal nostro pensiero conscio…  che riesce a trovare soluzioni cibandosi di quello che noi consciamente apprendiamo.

In UNO Extreme! compare uno smazzatore automatico a pile che sostituisce il mazzo pesca. All'atto di pescare quindi il giocatore attiva lo smazzatore, il quale può rilasciare un numero casuale di carte che va da 0 a 8.