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Una bellissima IdeaG, sia per quanto riguarda i prototipi giocati che per le persone (un piacere rivedere “vecchi” amici e conoscerne di nuovi).
Venendo ai giochi, sono riuscito a provare (partite complete o solo qualche turno):
• Roboheart (Roberto Pestrin): ben pensato il sistema di selezione delle azioni e la conseguente attribuzione dei punti azione che provocano riscaldamento del mech: molto in tema e realistico. Da verificare il loro effettivo bilanciamento, ma una partita di prova ovviamente non può fare testo. Mi è piaciuto, anche se xo’ da un gioco sui mech mi aspetto personalmente più tempo dedicato all’azione e meno alla gestione.
• Abduction (Alessandro Dolcetta): tema carino, realizzato bene … xo’ non è il mio tipo di gioco, troppo lasciato al caso in alcuni momenti. Bello il sistema di avanzamento step di gioco legato agli avvistamenti, con tanto di edizione straordinaria del giornale locale. Davvero un gioco in cui ambientazione e meccanica sono felicemente legate. Non mi è piaciuto il mini gioco dentro la casa, troppo “buttato li” x convincermi.
• Kubar (Giuseppe Di Giovanni): simpatico, divertente, veloce … anche casinaro se giocato con la compagnia giusta Appena l’ho visto mi sono detto: questo gioco merita! Spero proprio che veda la pubblicazione!
• The mission (Enrico Feresin): mai giocato a niente del genere … però gran gioco! Dopo la spiegazione non ci avevo capito niente, poi giocandolo ne è venuta fuori la semplicità … divertito un sacco, anche xche’ ho vinto. Non saprei che consigli dare, visto che affronta una meccanica a me totalmente sconosciuta.
• Midland (Francesco Durigon): gioco carino, sufficientemente rapido e divertente. Una delle 2 condizioni di vittoria (quella dei 3 jolly) è però totalmente fuori ambientazione e troppo forte rispetto a quella tematicamente più corretta. C’e’ da lavorarci però ne può venire fuori un gioco simpatico.
• PATROL (Paolo Mori): quello che mi aspetto da un gioco sui mech: azione e spari, esplosioni, rottami fumanti. Non mi convince pienamente la scelta iniziale del pool di ordini, anche se probabilmente studiare meglio le caratteristiche dei propri mech avrebbe aiutato a scegliere un set migliore. Serve trovare il modo di mettere tutte le info direttamente sulla basetta del mech, cosi da avere sott’occhio la situazione e concentrarsi solo sul campo di battaglia. Serve inoltre la possibilità di scartare uno o più dei propri ordini per poter dare un ordine “speciale” al proprio mech, nel caso di pesca “sfigata” dal sacchetto.
• Moschettieri (Matteo Panara): anche qui, come per The Mission, mai giocato a giochi di questo tipo quindi le mie osservazioni possono limitarsi nel dire … bello, divertente, l’ho giocato e rigiocato volentieri! Importante avere una Milady capace di giocare bene (ed in questo Jessica è stata fantastica!). Potrebbe funzionare benissimo tra i miei amici abituati a giochi semplici da fare in gruppo … quindi credo un acquisto sicuro appena uscirà
• Gioco di Cathala: ben pensato, semplice nell’idea ma tutt’altro che banale da giocare … si vede che è fatto da uno del mestiere. L’ambientazione mi sembra però solo un pretesto per coprire un ottimo astratto
Menzione speciale per il gioco dedicato alle persone con handicap visivo: materiale fantastici, ottima l’idea …. xo’ ancora qualche meccanismo da rivedere; peccato non averlo potuto riprovare dopo le modifiche della nottata. Sono riuscito inoltre a farmi spiegare un altro paio di giochi (Transinistria di Di Giovanni e il gioco di Mainini ed Obert) ma senza riuscire a giocarli … per il resto ero davvero troppo stanco!
Per quanto riguarda i miei giochi, ne ho portati solo 2 per concentrarmi meglio su di essi e avere tempo per provare quelli degli altri: visto che sono tornato a casa senza nessuno dei miei 2 prototipo ritengo sia andata bene … vedremo se ci sarà il lieto fine
Concludo ringraziando davvero tutta l’organizzazione, Walter in primis: IdeaG è davvero una “grande idea” e come tale spero possa proseguire anche nel futuro, magari con l’aiuto maggiore da parte di tutti noi … xche’ molti di noi, io in primis, a lei dobbiamo davvero tanto!
Ciao e alla prossima
Marco