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Secondo voi l'ambientazione in cui si svolge il gioco ha un ruolo importante?
Dipende.
Saprai certamente che i giochi da tavolo sono suddivisi, genericamente in due grandi filoni, German e American, più un terzo che si sta definendo in questi ultimi anni, l'European. Sintetizzo per chi non lo sa.
Il primo, il German tende a puntare tutto sulle meccaniche, tralasciando l'ambientazione ad un aspetto puramente marginale, ed è caratterizzato in particolare dall'assenza o quasi di alea.
Il secondo, l'American, è teoricamente l'opposto, meccaniche semplici, svalangate di dadi/carte e un'ambientazione più ispirata.
Infine l'European, è una via di mezzo che cerca di far combaciare gli aspetti positivi di entrambi i precedenti, dando lo stesso spazio a meccaniche e ambientazione, anzi cercando il più possibile di fare in modo che le meccaniche scelte rispecchino al meglio l'ambientazione stessa.
Ritengo che un genere, l'altro o quell'altro ancora, siano adatti e validi comunque tutti indifferentemente per creare un gioco che risulti divertente, poiché questo non è altro che lo scopo principe del gioco da tavolo. Non scordiamoci che poi esistono gli astratti, che, pur non avendo per definizione alcuna ambientazione, sono belli pure loro. Tutto dipende poi dai gusti personali e da cosa uno ha voglia di giocare quella sera col suo gruppo di amici. Io stesso a volte ho voglia di immergermi in una ambientazione, altre volte preferisco solo un brainstorm cerebrale e vado con un solido gioco di piazzamento, altre ancora rollo dadi che è un piacere senza badare al resto.
Certo è che, se un gioco è nato con lo scopo principale di ricreare una ambientazione, allora quest'ultima dovrebbe rispecchiarsi e sentirsi molto quando lo si sta giocando, rimanendo oltretutto il più possibile coerente nelle sue meccaniche, altrimenti rischia di diventare uno pseudo-astratto con una ambientazione posticcia, e allora tanto valeva farlo astratto del tutto.
Secondo voi se i giochi, come per esempio DeD o War hammer, fossero stati ambientati in modo diverso, e mantenuto le stesse identiche meccaniche, avrebbero avuto lo stesso successo commerciale?
Per me no.
Hai citato titoli dove la componente relativa all'ambientazione è a farla da padrone secondo me, e le stesse meccaniche, applicate ad un altro genere sarebbero state diversamente accolte dal pubblico, proprio per questo motivo.
E proprio il Fantasy, come giustamente Roberto e poi Confucio hanno fatto notare, attira una larga parte di persone per la sua intrinseca “libertà” ed è meno “di nicchia” rispetto a delimitati periodi storici che possono piacere o meno a seconda dei gusti. Nel Fantasy uno ha maggiore libertà in termini ruolistici e non solo.
Poi c'è da dire che tu hai parlato di “successo commerciale”, questo non è automaticamente correlato al fatto che un gioco sia poi effettivamente “bello”. HeroQuest, per dirne uno, è un titolo che ha avuto un successo commerciale enorme, ma diciamocelo, se pure per l'epoca potesse essere quantomeno originale, se non altro per la componentistica, a livello di meccaniche non è che un banalotto tira e muovi… Eppure ha venduto un sacco, la combo “fantasy+mappa” è valida, e ancora oggi c'è gente che lo cerca e addirittura sta per uscire una versione nuova e rivista. Fascino nostalgico più che altro? Probabilmente. Ma sta di fatto che è indubbiamente un successo commerciale, fosse stato ambientato in una casa con dei topolini al posto degli eroi, alla ricerca del formaggio al posto dei tesori, e i gatti che danno loro la caccia al posto di goblin e orchi credo proprio che avrebbe venduto uno sputo (ops… qualcuno ha detto Mice & Mystics? vabbè, ora sono altri tempi, negli anni '80-'90 voglio vedere chi se lo sarebbe preso ).
Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS)
www.dadodadodici.it