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Sono più o meno d'accordo con quanto scritto nell'articolo.
Anche se credo ci sia da riflettere, ritengo che tale elenco di “consigli” possa andare bene infatti perlopiù per i titoli con meccaniche moderne e soprattutto non gli astratti.
Gli scacchi per esempio non hanno la gran parte di quegli elementi, ne casualità, né diversificazione (nei termini in cui è espressa nell'articolo), né condizioni di vittoria differenti, né tantomeno espansioni, eppure la rigiocabilità penso concordiate tutti nel dire che è alta. Non trovate?
direi che gli scacchi sono tanto rigiocati per via di due fattori:
1) lunga curva d iapprendimento (“easy to learn, hard to master”)
2) Forza del marchio
Sulla 2, nno illudiamoci: gli scacchi fanno parte della nostra cultura da sempre, passa da genitori a figli di generazione in generazione, come il Monopoli e il Risiko. Questa presenza da “leader del settore” gli consente di essere sempre sulla cresta dell'onda. PEr capirci, io ritengo che difficilmente una variante degli scacchi oggi riuscirebbe ad avere un successo simile.
Facciamo un esempio: Nei libri di GRR Martin sulle Cronache del Ghiacci oe del fuoco (serie molto molto in voga in questi anni grazie alla serie TV) alcuni personaggi giocano al Cyvasse, un mix di scacchi, Stratego e Blitzkrieg. Avrebbe successo un gioco del genere oggi? Come mai nessuno ha il coraggio di produrlo nonostante l'irripetibile momento storico a favore di questa ambientazione? Suvvia, non ditemi che nessuno ci ha mai pensato
Aspirante Ideatore di Giochi. Apprendista a tempo pieno.