Rispondi a: Sfruttare la frustrazione (di B. Cathala)

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Folkwine
Partecipante

E' semplicemente il concetto della curva e del “Flow” di Csikszentmihalyi applicato al gioco da tavolo.
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Se il gioco è troppo difficile incorre l'ansia, lo stress e la frustrazione, se è troppo facile, al contrario parte la noia. Il giusto equilibrio sta nel mezzo, nel flow appunto, nel quale c'è un certo grado di sfida, sufficiente a farci divertire, appassionare al gioco e generare di conseguenza una esperienza appagante e positiva.
Come detto, l'equilibro cambia da individuo a individuo, perché ognuno ha diverse capacità, qualità e deficienze, quindi se per un giocatore calcolare e gestire le risorse in un gioco in cui queste vengono date col contagoccie risulta accettabile, magari un altro giocatore lo reputa molto più complesso, e per quest'ultimo risulta di conseguenza frustrante (deviando in questo modo dal “flow”).
Per questo motivo creare il gioco “perfetto”, equilibrato per tutti, credo sia qualcosa al limite dell'impossibile.

Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS)
www.dadodadodici.it