Rispondi a: Sfruttare la frustrazione (di B. Cathala)

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#37117
CMT
Partecipante

non stai centrando la questione, si parla di A e rispondi a B.

Be', cérto, se ti rispondessi A starei facendo il pappagallo. :-|
Battute a parte, ho risposto a quello che hai detto, ed espanso il concetto altrove, non ho ignorato la domanda. Mi diverto di più a giocare con gente che batto o con gente che mi batte? Mi diverto ugualmente, questa è la mia risposta. O non mi diverto ugualmente, dipende dai casi.

Il mio era un esempio per il concetto di sfida. La questione non e' con chi giochi ma quanto il livello di sfida in un gioco sia connaturato al divertimento.

Ma il livello di sfida è strettamente legato a con chi giochi.
E ribadisco che per me il divertimento non sta nella difficoltà del gioco ma altrove (e, soprattutto, che era il mio punto iniziale, che l'aumento del livello di sfida non mi mette ansia).

Poi e' chiaro che io mi diverto a spruzzarmi con pistole d' acqua con mio figlio facendo la vittima o a tirare gavettoni ma non c'entra niente con il concetto di sfida.

No, perfettamente d'accordo.

Inoltre non e' che o c' e' lo stress o c' e' la noia. Questi sono solo degli estremi ed in quanto tali in mezzo ci sono tantissime sfumature.

Ma il concetto di estremo parte dal presupposto che quelli siano elementi ben presenti. Io lo stress/ansia in un gioco non ce lo ritrovo, in qualunque accezione li si voglia porre (la noia potrei).

Se non ti va bene l' esempio con i bambini ed i giocatori pro ti faccio un esempio con i sudoku. Tra quelli dove manca un solo numero da inserire e quelli che hanno 80 caselle vuote c' e' il mondo. nel primo caso siamo nel concetto di noia, nel secondo di stress, in mezzo c' e' il mondo ed i giocatori cercano dei sudoku che al meglio si connaturino al loro livello di bravura infatti esistono diversi livelli di sudoku.

Forse non sono un granché a spiegare i concetti come vorrei. Vabbe'.
Se ho davanti un sudoku facilissimo… be', diciamo che non mi annoio perché in realtà lo finisco prima di arrivare a quel punto, ma tendenzialmente OK, mi potrei annoiare.
D'altra parte, se me ne trovo davanti uno difficilissimo, di sicuro non mi mette ansia, alla peggio mi stufo e lascio perdere (il che mi riporterebbe alla noia più che allo stress, ma vabbe')
E se ne trovo uno connaturato al mio livello? Immagino che lo finirò in tempi accettabili.
E va benissimo. Per i sudoku.
Però i giochi da tavolo non sono sudoku o giochi enigmistici, sono giochi che tendenzialmente hanno una difficoltà costante nel tempo, per cui la tua abilità di gioco può aumentare, ma il livello di sfida resta quello, e di conseguenza (riproporzionato alla tua abilità crescente) diminuisce. Tutto questo escludendo l'abilità crescente dell'avversario, che riporterebbe le cose in pari ma non c'entra nulla col concetto di progettazione.
Ergo, ritengo più importante che il gioco sia piacevole da giocare rispetto al puro e semplice grado di sfida, perché, appunto, potrei perfino arrivare a divertirmi di più con un gioco davvero cretino che con uno complesso che non mi attira neanche un po'.
E in tutto questo, resta il fatto che il mio discorso fondamentale era che i giochi non mi mettono (e spero bene che sia così) né stress né ansia, e la vita reale non mi annoia se faccio qualcosa che sono bravo a fare.

Cérto