Rispondi a: L’Editore ha preso il tuo gioco, e ora?

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PaoLo
Partecipante

Non serve partita iva, a meno che ti convenga per altri motivi.

Se hai già un lavoro dipendente, avviene quanto segue:

* (in caso di editore italiano) – quando ti mandano la ricevuta periodica per le royalties che ti spettano, viene già sottratto un 20% di ritenuta d'acconto (cioè versano allo stato un 20% di tasse al tuo posto)

* prima della dichiarazione dei redditi, dovrebbero mandarti (e nel caso non te l'abbiano mandata, puoi chiedere), una certificazione che indica il compenso che ti hanno corrisposto durante l'anno precedente (es nel 2015 per la dichiarazione 2016)

* nel 730 (se fai il 730) c'è un rigo apposito per i redditi da sfruttamento di opere dell'ingegno. Su questa voce l'imponibile (ossia il reddito su cui poi si paga l'irpef) viene ridotto del 25% o del 40% se hai meno di 35 anni (es. se hai preso 10.000 euro per un gioco, pagherai le tasse su 7.500 euro, o su 6.000 se hai meno di 35 anni).

* il reddito imponibile si aggiunge al reddito che deriva dal tuo lavoro 'vero', e sul totale paghi appunto l'irpef come al solito (o meglio, paghi quello che non ha già versato il tuo eventuale datore di lavoro e il tuo editore con la ritenuta d'acconto). Nota bene che l'aliquota irpef potrebbe crescere visto l'aumento del tuo reddito.

In realtà sono la persona meno adatta a dare consigli o informazioni sugli aspetti fiscali, ma questo è quello che ho fatto io finora e per ora (sottolineo: per ora) la finanza ancora non mi ha bussato alla porta.

"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."