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Paolo, io a prescindere scrivo e invento per il piacere di farlo (anzi, spesso e volentieri perché non ho altra scelta anche volendo), ma è chiaro che questo non significa andare a regalare il tutto in giro: se posso ottenerne un ritorno economico ben venga, e se nasce l'opportunità è chiaro che vada contrattualizzata a dovere perché comunque si tratta di rapporto di lavoro/affari a quel punto (coi giochi a oggi mai successo, ma chissà). Che poi non ci si diventi ricchi è un altro discorso ancora.
Vengo da un mondo lavorativo (quello in ambito informatico) devastato da questo genere di prestazioni “gratuite” di parenti ed amici dei clienti (“ma che ti do 50 euro? che mio cugino me lo fa a gratis…”).
Al che la risposta normale è “e quindi perché lo stai chiedendo a me invece di andare direttamente da tuo cugino?” ^__^;
Però c'è anche da dire che a me onestamente sembra normale che se un mio amico/parente ha un bisogno che io posso risolvere glielo risolvo, con tutto il rispetto non vedo perché dovrei dirgli di andare da un estraneo a pagamento. Nel mondo dell'editoria però è una cosa improbabile, il “favore” dovresti farlo non a un amico ma a un'azienda, e qui perde di senso del tutto.
Cérto