Rispondi a: Alea: saperla gestire puà farla digerire meglio?

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Folkwine
Partecipante

Quindi, la mia domanda è: ha senso e, in generale, è un ragionamento giusto quello di bilanciare l'alea di elementi come dado e pescaggio casuale di carte in questo modo, o no?

Il lancio del dado nel gioco dell'oca è vincolante e casuale al 100%, tiro e vado obbligatoriamente nella casella dove mi manda il dado stesso, di fatto non ho scelte; in questo esempio il “giocatore” è solo spettatore, e nei giochi moderni una meccanica similare o affine a quella del gioco dell'oca è molto mal vista; taluni lo definiscono persino un falso gioco perché non offre al giocatore alcuna scelta di ragionamento (e io concordo in questo).

Differente è il lancio dei dadi nel recente Marco Polo, nel quale l'alea è parimenti presente con lo stesso strumento identico, un dado a sei facce, ma ciò che il game designer ha definito per dare scelte al giocatore è l'utilizzo del risultato casuale ottenuto con esso e l'aggiunta di metodi per modificare i dadi (spendendo risorse, cammelli), e compensazioni per tiri inferiori a un determinato totale.

Quindi in definitiva si, la mitigazione o l'alternativa di utilizzo di un risultato randomico in un gioco sotto differenti forme, è una via plausibile e generalmente consigliabile.

Quello che conta è che il giocatore senta di poter essere sempre in qualche modo “in controllo” della situazione, anche se l'alea rende incerto il risultato (e aumenta quindi la tensione di gioco).

Presidente associazione ludica DADODADODICI di Orzinuovi (BS)
www.dadodadodici.it