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Io non entro nel merito del gioco in sè… ma su un punto aggiungo una piccola riflessione…
Chiamalo come vuoi sempre fagioli sono
Cérto, è quello il punto, sono “fagioli” non “fagioli salterini del messico”
Presentando un gioco ad un editore, dopo i 3 minuti necessari per una piccola introduzione, prima ancora di iniziare a parlare di meccaniche, dinamiche, svolgimento dei turni, ecc… mi ha fermato con una semplicissima domanda:
“Cos'ha di particolare questo gioco che gli altri non hanno?”
Ovviamente un tentativo di risposta l'ho anche fatto, ma io stesso mentre parlavo ho capito che quel gioco così com'era non aveva quel “quid” che lo avrebbe fatto emergere in mezzo ad altri mille e quindi non era un gioco interessante per un editore.
Il concetto finale emerso da quell'incontro è stato che nessuno dice che il gioco non sia bello oppure che non possa fuzionare, ma seplicemente che io (editore) lo scelgo se ha qualcosa che altri non hanno.
Se mi fai vedere qualcosa che lo differenza da altri giochi, ci penso, altrimenti… pazienza.
Da quel momento i miei progetti restano tali fino a quando non mi viene un'idea che mi permette di lavorare sul “quid” necessario a farli emergere dalla massa…
"Ignoranti quem portum petat nullus suus ventus est."
(Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare)
Seneca