non credo ci sia una regola valida per tutti, secondo me è una scelta molto legata alla casa editrice.
Se la casa editrice è molto grande e “multinazionale” tipo Hasbro o simili, cercherà di ampliare più possibile la fascia di età in modo da aumentare le possibilità di vendita, anche se questa fascia di età non è veritiera e in realtà un bambino al minimo di età indicato non può utilizzare a pieno le meccaniche. Faccio un esempio, Monopoli: per quanto sia casuale, richiede un minimo di capacità di negoziazione e gestione dei soldi. Monopoli ha età 8+. E' in grado di tirare un dado, spostare i petotti, ma (teoricamente) non è ancora in grado di gestire calcoli “complessi” e negoziazioni. Un autoproduttore, o una casa più piccola, magari tengono un po' di più ad avere un pubblico che apprezzi a pieno il titolo e quindi saranno più “precisi” e spingeranno verso l'alto.
L'altro problema è che non si possono generalizzare le capacità di una persona. Nonostante di solito i giochi strategici astratti siano indicati ad un pubblico adulto, ci sono bambini di 11-12 anni che possono stracciare tranquillamente il 90% degli adulti.
Quindi l'idea dovrebbe essere ” il minimo possibile di età per cui non si ammazzano coi pezzi, riescono a capire vagamente cosa devono fare e possono avere un qualche interesse nel tema del gioco”.
十人十色