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#45316
Bubulce
Partecipante

Sono consapevole che in una meccanica di questo tipo le scelte di un giocatore non siano influenti come in un gioco di ruolo,

Ciao. Non credo sia necessario scomodare i giochi di ruolo. I giochi da tavolo moderni normalmente camminano con le scelte dei giocatori, ed è probabilmente una delle ragioni della loro ampia diffusione.

Se ho letto bene, la tua idea è un gioco interamente pilotato dai dadi, privo di interazioni, dove l'unica scelta del giocatore consiste nello scegliere quali carte non scartare. Ovviamente questa scelta ricadrà sulle carte che gli possono garantire più probabilità di completare il più alto numero di opere.

Ora, non è che la casualità sia un male a prescindere, però andrebbe sfruttata per offrire delle sfide, dei dilemmi. La tua proposta, fondamentalmente più che un'esperienza di gioco, così com'è sembra un'esperienza di attesa.

Anche il mazzetto degli imprevisti non è che butti benissimo.

un gioco che non mira a un target di appassionati dei giochi di ruolo, ma piu` ad appassionati di storia dell'arte

Di fatto l'unico incentivo per approcciarsi al gioco sarebbe quello di simulare la realizzazione di opere rinascimentali. Però c'è Principi di Firenze (https://boardgamegeek.com/boardgame/555/princes-florence) che è ambientato esattamente così ed è divertente.
Creare la struttura di un gioco attorno ad un'ambientazione specifica può essere fatto, anche se rischia di diventare problematico.
Avere come ragion d'essere del gioco esclusivamente l'ambientazione non è una gran cosa.

ma piu` ad appassionati di storia dell'arte, abbiamo effettuato scelte, dovute anche e soprattutto alla nostra inesperienza e incapacita` di gestire al meglio le nostre idee, che portano a lasciare piu` spazio alla risata che al gioco impegnato.

Non ricordo chi, ma qualcuno disse che più una cosa sembra semplice e naturale, più è il lavoro che c'è stato dietro.
Se il ruolo del gioco è “lasciare spazio” alla risata, vuol dire che i giocatori saprebbero comunque divertirsi benissimo anche senza il gioco. Magari sfogliando un catalogo d'arte e facendo l'imitazione dei ritratti.

Ben'altra faccenda è se la risata riesci a “provocarla”. In quali situazioni il gioco riesce ad offrire divertimento?
Munchkin oltre all'ironia delle carte offre un sistema di gioco scanzonato, leggero e coinvolgente. Ed è un bel giochino.
Squillo oltre all'humor nero offre un sistema di gioco dimenticabile e infatti una volta preso si sfogliano le carte, si ridacchia “ehehe, immanuel…” e poi si mette il gioco sullo scaffale senza giocarci.

Nella realta` dei fatti, se a un editore non dovesse piacere come gira il gioco non mi stupirei, tuttavia sono sicuro che se decidesse di dargli una chance ponendolo sotto la revisione di esperti nel settore, le carte e la meccanica sarebbero facilmente modificabili

Se parliamo di limature, di “editing”, si. Se parliamo di reinventare da zero il gioco, mantenendone il concept, no.

Poi magari il gioco funziona benissimo e la sola scelta di quali carte scartare si integra alla perfezione con il ritmo dato dai dadi e le partite durano il giusto. Tocca vedere ; )

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