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#5862
Mariov
Partecipante

Negli ultimi giorni in chat si è parlato un po’ di autoproduzione e mi sono state rivolte domande e considerazioni su BSM.
Scrivo qui per far conoscere a tutti il mio parere in merito. Magari non frega niente a nessuno, però sono considerazioni fatte da una persona che ormai è entrata nel tunnel e certi meccanismi e problemi li conosce, quindi speriamo che a qualcuno possa interessare…

LA MIA IDEA DI AUTOPRODUZIONE
Come scritto nel post precedente, BauSquitMiao, fra produzione, grafica, traduzioni, avvio società e spese varie è costato quasi 7 euro a copia.
Sicuramente è un prezzo abbastanza alto (anche se, come detto, non è il prezzo netto della semplice stampa). Inoltre il margine di guadagno è decisamente basso, soprattutto finché abbiamo un solo gioco in catalogo (più giochi permetterebbero di sfruttare meglio le fiere e le convention, che adesso incidono molto in percentuale sulle spese).
Si aggiunga il fatto che l’investimento, per una sola persona (noi siamo in due, particolare non trascurabile) è nell’ordine dei 10.000 euro.

Allora… Perché autoprodursi?

Secondo me l’autoproduzione è un hobby che può avere tre sbocchi:

1-un fallimento. Il gioco non vende e l’investimento finisce giù per il cesso;

2-resta un hobby. Il gioco ti permette di rientrare nelle spese, tirando su qualche soldino. E’ un hobby impegnativo, ma anche bello, divertente e gratificante e fa colpo (almeno per i primi cinque minuti in cui glielo dici) sulle ragazze;

3-diventa un lavoro. Ora, è ovvio che per diventare un lavoro non si può restare nelle dimensioni dell’autoproduzione, ma bisogna iniziare a pensare/agire da casa editrice vera: un po’ di titoli in catalogo, pubblicità, prodotti professionali ecc.

Personalmente trovo che lavorare nei giochi sia un bel sogno. A me piacerebbe tantissimo farlo di mestiere, ma partire a spron battuto aprendo una casa editrice dal nulla è una bella sfida, senza contare che bisogna avere i capitali per farlo.
Nell’intervista apparsa oggi in Copertina, Alex Zucchini dice che a lui e ai suoi soci piacerebbe, un giorno, aprire una casa editrice, ma che per il momento hanno scelto di avviare uno studio di progettazione attendendo sviluppi futuri. La stessa cosa abbiamo fatto noi, con Post Scriptum, solo scegliendo una strada diversa, che può rivelarsi una scorciatoia, oppure un vicolo cieco.

Io credo che l’autoproduzione vada vista proprio in questo senso: un hobby, intrapreso con la speranza di riuscire a portarlo avanti e con il sogno di riuscire a trasformarlo in qualcosa di più.

Produrre un gioco come BSM, coi margini di guadagno e i rischi che comporta, come operazione fine a sé stessa e come esperienza destinata a rimanere unica non ha senso, secondo me. BSM è un gioco economico, ma con un buon rapporto qualità/prezzo (secondo noi) e deve avere la funzione di essere veicolo per farci conoscere e per avere la possibilità di reinvestire i capitali rientrati per altri giochi, sempre da promuovere a livello di hobby, ma con la speranza e il sogno di sottoporli a distributori importanti (come ha fatto Porazzi con Hasbro): le possibilità sono poche, ma sono comunque maggiori avendo il prodotto ready to sell che non solo il prototipo.
E poi l’altra speranza, ma qui bisogna puntare decisi la preda e avere molta fortuna, sarebbe quella di trovare una persona disposta a investire entrando in società per fondare la casa editrice vera e propria, ovvero: aumentare le tirature e farsi pubblicità. Anzi, prima farsi pubblicità e poi, di conseguenza poter entrare nei negozi e aumentare le tirature.
Ma questo, come già detto, è solo il sogno.

Nel frattempo io mi godo il mio hobby :)

Post edited by: mariov, at: 2005/09/23 00:59

Mario Sacchi - Post Scriptum
http://postscriptum-games.it
Il mondo è bello perché è Mario