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L’utilità di un discorso del genere mi sembra di riscontrarla più a livello di strumento creativo che come analisi sistematica dei giochi.
Cioè l’ astrarre come modello le proprietà di un oggetto mi consente di variarle in modo distaccato e questo può esser di spunto alla mia immaginazione.
Ad esempio se analizzo un Cavallo.
numero di arti: 4
Teste:1
Code:1
Ora vario forzatamente una o più proprietà
numero di arti: 8
Teste:1
numero Code:3
Visto cosa succede? Cominciate ad immaginare qualcosa di nuovo.
La proprietà coda è poco significativa e la elimino.
Aggiungo invece una proprietà meno “diretta” o meno immediatamente variabile.
dimensione testa
E’ molto creativo provare a modellare ciò che in natura è costante facendo diventare la costante semplicemente un valore di default della variabile.
Esempio rapporto dimensione testa/corpo= 1:7.
E se fosse 1:10 o 1:2 ?
Mi divertivo ad applicare questo sistema ai componenti dei giochi e ai loro attributi:
esempio
Tabellone:
– numero delle board
Nei giochi classici (gli scacchi, ad esempio) i valori sono:
– numero delle board= 1
Tale board è condivisa
Cosa succede se le board diventano due ed ognuna diventa privata?
Posso adattare qualcosa e giocare a scacchi?
E se aggiungo un’ altra board condivisa alle due private, mi viene qualche idea? Se le board private le copro, potrei fare degli scacchi a mosse contemporanee
Se aggiungo agli scacchi: numero di carte=10 (default =0) condivise?
Mi vengono altre idee?
Modellare per astrarre e re-inventare può essere utile.
E’ un’ eccezionale attività che coinvolge parte destra e parte sinistra del cervello per uscire da certi stereotipi o pattern sclerotizzati.
Se volete sperimentare lo stesso tipo di scambio tra emisferi celebrali senza dover inventare giochi, potete giocare a GO (ma questa è un’ altra storia e ve la racconterò un’altra volta…)
Ciao
Post edited by: javest, at: 2005/11/20 17:24