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#6411
wallover
Partecipante

Per fanta: le citazioni mancanti sono dovute al fatto che si parla di collaborazioni e non di giochi di singoli autori.

Shannon sembra prendere in esame pochi giochi (essenzialmente WOTR, il Principe e Siena) e su quelli fa un’analisi fondata. Ma esistono molti piu’ giochi light italiani che non ha preso in considerazione. Difficilissimo fare un discorso generico partendo da una base cosi variegata, non trovate?

Sui tre giochi citati forse il piu’ tedesco rimane il gioco di Ornella, il piu’ “americano” sicuramente WOTR che a parer mio e’ anche il piu’ atipico dei giochi italiani. Se esiste una via italiana al game design questa e’ da cercarsi in una intergrazione delle due scuole, ovvero regole asciutte e non troppo costrittive (si pensi ad esempio al movimento della barca in Hansa: perche’ non farla andare dove il giocatore vuole?) calate con coerenza nell’ambientazione (pensare ad un qualunque gioco di Knizia).

L’entusiasmo produttivo delle nuove case editrici e’ sicuramente un segnale positivo, sperando che il mercato perdoni gli errori ed esalti le scelte azzeccate che inevitabilmente una sovrabbondanza di titoli non puo’ evitare di generare.

Il fatto che la citata regola di Go West venga dal nostro autore “piu’ tedesco dei tedeschi” la dice lunga sulla nostra capacita’ di plasmare le regole, arrivando al punto di non metterle addirittura, a fare valere questa decisione come una regola essa stessa.

In conclusione, e’ sempre interessante leggere le opinioni di un esterno, in quanto estraneo e obiettivo, purche’ informato. Se fosse possibile una mappatura delle nostre collaborazioni attive su IDG, ne uscirebbe una piantina ben piu’ grossa di quella!

Walter Obert