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Non so se esiste un metodo “scientifico”, non ho mai creduto che si riferissero alle età, quanto al livello di scolarizzazione.
L’idea che mi sono fatto io è:
6+ : non è nemmeno necessario saper leggere.
8+ : alla portata di chiunque non sia decerebrato. poche regole, pochi concetti, però ci sono lettere o scritte o numeri (insomma, si presuppone che i giocatori abbiano finito la seconda elementare con profitto).
10+ : il boardgame considerato di livello di difficoltà “medio”. Dovreste aver finito le elementari per essere in grado di giocarci se qualcuno ve lo spiega. Per leggere le regole e poterle spiegare aver finito le medie è un plus.
12+: questo è il livello più indefinibile. Potrebbe essere sufficiente aver finito le superiori, oppure tre lauree potrebbero non bastare a superare pagina 5 del regolamento. Trattasi dei giochi più incasinati e complessi. Se ci sono contenuti a base di sesso e/o violenza eccessiva diventa 14+ o numeri ancora più alti assolutamente a caso.
:laugh:
Risposta seria: le case che producono giochi hanno bisogno di venderli al maggior numero di persone (in gergo si dice “questo gioco si rivolge al target più ampio”) possibile. Pertanto, l’età minima per i giochi è definita, nei testi di marketing, “l’età minima in cui un individuo di intelligenza mostruosamente oltre la media per la sua età è in grado di comprendere il regolamento del gioco stesso”.
Lo stesso criterio si applica per l’età massima (credo che in futuro per tale ragione vedremo giochi “da 4 anni fino a due settimane dopo il rigor mortis”), in ogni caso vi assicuro che giocare a Visual Game con mio nonno di 91 anni col Parkinson è stata un’esperienza ludica assolutamente interessante.