Non so a quanto possa servire la mia testimonianza, ma intanto eccola:
Tendenzialmente, io seguo un principio che ho battezzato “la legge del più forse”.
Vale a dire: se più idee mi frullano in testa, cerco di prototipizzarle prima che posso, in modo da riuscire ad averne un’immagine più chiara.
Dato che solitamente cerco di evitare di perdermi dietro a meccaniche “alla twilight imperium” ma rimango su cose un po’ più alla portata del comune essere umano, in questo modo riesco a far avere un’idea di quello che sto facendo anche ai primissimi playtesters, avendo modo di capire “al volo”:
1. Se le meccaniche, almeno loro, le hanno “già viste”.
(Ehm, Iz, questa storia del pescare le tessere, piazzare i leader, piazzare una tessera e fare punti a seconda del colore dei leader e della tessera piazzata l’ho già vista da qualche parte… E anche quelle strane costruzioni bicolori non mi sono nuove…)
2. Se il gioco, come ambientazione e svolgimento, diverte almeno un po’.
(Non per offenderti, ma sei sicuro che un wargame fra conigli, in cui l’unica azione possibile è tirare il dado e scappare lontano, sia una buona idea?)
3. A seconda di quello che mi dicono e mi chiedono di riprovare, di solito ho un’idea abbastanza chiara di quello che conviene “portare avanti”.
(Che facciamo? Un power grid? Uno Shogun? Aspetta, aspetta: a che punto è quel gioco che stai facendo? Se hai risolto quel paio di bug si potrebbe fare un’altra prova…)[E queste son soddisfazioni, lo saprete meglio di me…]
Poi, se semplicemente mi impantano a pensare a più prototipi senza via di fuga e senza concludere nulla, passo ad altro (mi porto avanti col lavoro, per esempio – e sto parlando dell’altro lavoro) finchè non mi si schiariscono le idee…
Marco Valtriani
Red Glove Edizioni & Distribuzioni
Lead Designer
--
Board Game Designers Italia