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Ragazzi, sono stati due bellissimi giorni di gioco e divertimento. Mi
dispiace solo di essere stato obbligato ad andare via prima di cena entrambe le sere, perché sarei rimasto davvero volentieri.
A parte i giochi e i prototipi in sé, mi piace moltissimo rivedere amici che arrivano da tutta italia, dare un volto ai nickname conosciuti in rete e incontrare nuove persone con cui condividere
l’hobby del gioco da tavolo.
Complimenti vivissimi agli organizzatori, agli inventori, ai playtester e a tutti quelli che hanno contribuito a mettere in piedi
l’ambaradan!
Dopo i complimenti di rito, devo purtroppo dispiacermi di non aver – immagino – vinto alcun gioco all’estrazione dei playtester. Ero già andato via quando è avvenuta e ora vorrei essere qui a raccontare ai giornalisti curiosi come io abbia ricevuto comunicazione della vittoria con una chiamata al cellulare mentre ero in autostrada, cosa che fa sempre figo e non impegna.
Purtroppo nessuno mi ha comunicato un bel palo di niente, quindi
andate al diavolo e strozzatevi coi giochi che avete vinto alla
faccia mia.
Ciò detto, faccio un breve resoconto dei prototipi che ho provato,
senza andare troppo nei dettagli perché non so mai quanto si possa e quanto non si possa riportare dei giochi in cerca di pubblicazione.
Il primo gioco che ho provato è stato Agincourt, di Walt e devo dire che è stato un ottimo inizio. Mi è decisamente piaciuto e la partita è rimasta tesa fino alla fine, quando Walt mi ha pareggiato il punteggio andando a vincere sul filo di lana per maggior quantità di denaro rimasto. Mi pare che il tutto funzioni piuttosto bene, se non che richiede un piccolo affinamento per:
1. evitare il caso limite in cui, ad un certo punto della partita,
sia evidente la matematica vittoria di un giocatore (siamo andati
vicini a questa eventualità);
2. evitare che qualcuno rimanga bloccato senza carte e senza soldi.
Sistemati questi due nei, direi che siamo a posto!
Poi sono passato a The Butterlfy del cinghialone Favar, che però non mi è piaciuto.
Occhio! Si parla di un gioco di maggioranze in cui bisogna ragionare parecchio e pertanto non è un genere che mi diverta granchè (mentre ad esempio a Sara è piaciuto molto). A prescindere dalle mie inclinazioni personali, devo però dire che l’idea è ben sviluppata e implementa delle modalità di scoring piuttosto originali.
Il fatto che Lord Lycaone abbia vinto la partita mi sembra un baco
non da poco, ma a parte non farcelo più giocare non saprei quale
altro miglioramento suggerire.
Altro test: War Creed di MartyParty.
Innanzitutto mi devo scusare col buon MartyParty perché, avendo
dovuto terminare la partita anzitempo, sara ed io avevamo giurato e spergiurato che ne avremmo fatta un’altra, completa, la domenica.
Poi domenica lei non è riuscita a venire e io, subito dopo pranzo,
sono stato pinzato per la ludoteca.
Pertanto niente partita completa e niente MartyParty in assoluto,
perché non l’ho proprio neanche visto!
Mi dispiace perché eravamo sinceramente interessati a fare un test intero di questo gioco, che è un fantasy con una parte di gestione risorse e una di combattimento. Sicuramente è un prototipo da testare ancora molto, perché ripulire questo genere di giochi (con tante carte e tante azioni possibili) da combo sbilanciate, cul-de-sac, carte inutili, tattiche sicuramente vincenti e via dicendo è un
lavoro lungo e delicato. Però per quello che ho protuto provare mi è piaciuto. Manderò a MartyParty in privato il mio giudizio dettagliato, ma così a occhio e croce, quello che manca di più al
gioco è secondo me una caratteristica di originalità che lo contraddistingua decisamente da altri prodotti similari.
Anno Domini, di non mi ricordo il nome, è un veloce gioco di carte ispirato
al poker, ambientato nel mondo dell’omonimo fumetto, giocabile in 2 o 4. Ho fatto una partita 1 contro 1 con Mad-ax, con lui che
rappresentava il bamba mangiacinghali e io la gnocca senza senso.
Proprio come nella vita reale! E’ piuttosto semplice ma sono ancora un po’ da sistemare le meccaniche, almeno nel gioco a 2. In particolare, imho, il modo in cui si può intervenire sulle
combinazioni di carte giocate dall’avversario andrebbe rivisto un po’ meglio. Decisamente, è un gioco che beneficerà molto della grafica definitiva, ispirata a quella degli albi.
Infine, l’ultimo test prima del pranzo, è stato Mida, portato da
Rifo. Inizialmente risulta un po’ ostico entrare nel meccanismo, ma come dicevo all’autore pernso che sia un problema generato in larga parte dalla grafica un po’ confusa. Per il resto, mi è sembrato molto ben pensato e giocabile. Con un’aspetto grafico corretto secondo me è già bello che pronto per la pubblicazione.
Prima di esser rapito da una masnada di bambini inferociti nell’area ludoteca, ho ancora avuto tempo per farmi coinvolgere dall’Angelone Porazzi in una divertentissima partita live di Ultimate Frisbee,
gioco che sicuramente cercherò di riproporre agli amici GiocaTorinesi. Ora che il calcetto per noi non ha più segreti è
giunto il momento di passare ad altro!
Mikimush