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Personalmente ho giocato come al solito poco, ne ho provati 2 di due autori:
– Ultimate Fresbee di Angelo
Un gioco nel tipico stile porazziano che simula lo sport del fresbee, a me fino ad allora sconosciuto. Il gioco dopo qualche spiegazione fila via liscio e sembra di rivedere sul tavolo le situazioni del campo di gioco, che poi ho rivissuto in prima persona nel piazzale dove una coppia che fa 90 anni in due le ha memorabilmente rifilate a tre ragazzotti in un gioco dove si corre incessantemente: grazie Angelo.
Il gioco fila bene dicevo ma il premio dato al dado da 6, che e’ gia’ forte di suo permettendo di muovere ben due giocatori, andrebbe limato o controbilanciato, magari da un analogo potere al tiro da 1 (che per contro e’ sfortunato gia’ di suo). La nostra partita dimostrativa e’ stata vinta meritatamente da Jost, che pero’ faceva un 6 praticamente 2 tiri ogni 3! Anche le pedine potrebbero essere difficilmente distinguibili da giocatori anche solo leggermente presbiti.
– Urban Golf di Angelo
Mi son rifatto al secondo gioco, dominando una partita a 6 giocatori che ho concluso concedendomi il lusso di temporeggiarne la conclusione, dall’alto della mia classe di golfista in punta di dito.
Il gioco consiste nel sistemare una serie di buche deformando le carte con lo scotch a mo’ di porte di cricket. Le pedine sono le palline che si muovono con le “stecche” delle dita. Le possibilita’ date ai giocatori sono molto influenzate dalle carte che consentono di ripetere certi tiri, a mio parere queste ultime alterano un po’ troppo il gioco e sono per lo piu’ inutili da meta’ gara in poi, quando i colori delle buche utilizzate aumentano sempre piu’. L’idea di sparigliare i tentativi concessi durante i turni pero’ e’ buona, tanto varrebbe renderla piu’ utilizzabile magari con carte “jolly” di colore neutro.
Cio’ non toglie che sia molto divertente, si attende sempre con ansia il proprio turno di gioco. Non so quanti giocatori accetterebbero di rovinare le proprie carte, visti gli effetti dello scotch e delle deformazioni sulle medesime. Altro limite: le pedine spesso si stoppano contro i bordi delle carte, sarebbero molto + efficienti quelle con i bordi arrotondati, tipo le pedine-auto di Carabande. Oppure concedere la buca semplicemente toccando il bordo della carta.
Il vero terreno naturale di gioco di Urban Golf secondo me e’ l’ambiente domestico, va giocato per terra tra il sofa’ e le sedie della cucina, magari con gatto a fare da imprevisto.
– Effetto farfalla di Favar
Un gioco di piazzamento interessante ma forse ancora da rifinire. Diverse meccaniche che si sommano per creare un gioco che, come dicevano al mio tavolo, risulta troppo complesso e macchinoso per i giocatori saltuari e troppo incontrollabile per i gamers, scontentando entrambi. Ma alla base ci sono due o tre idee davvero belle ed eleganti che potrebbero essere l’ottima base su cui reimpostare uno o piu’ giochi piu’ semplici. E’ una farfalla che deve volare in modo meno complicato. Il fatto che io abbia vinto contro fior di giocatori dovrebbe far riflettere sui problemi che presenta
– Lungarno di Favar
L’idea di ricreare un gioco di piazzamento tessere lungo le rive del fiume e’ bella, per ora pero’ c’e’ poco piu’ dell’idea e non si vedono ancora soluzioni brillanti in grado di caratterizzare un concept sicuramente attraente a cui manca un sistema di scoring che ne sia all’altezza. Su una base modulare si potrebbero adottare differenti tipi di tessera in modo da permettere alle varie tipologie di tessera di incastrarsi bene una con l’altra. Suggerirei di adottare diversi tipi di punteggio e di bonus ottenibili dalle varie vicinanze-lontananze-maggioranze di tessere e dalle loro combinazioni con i meeples. Sicuramente consigliabile, visto che il riferimento e’ Carcassonne, usare uno scoring progressivo durante la partita e uno finale al suo termine, in modo da mantenere interessati i giocatori fino alla fine della gara.
Walter Obert