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Angiolillo wrote:
L’AUTORE si impegna a consegnare detta opera in forma completa entro il xxx. L’EDITORE si impegna a pubblicare e mettere in vendita detta opera entro il xxx.
Io aggiungerei solo che la questione della data spesso e’ fondamentale, e sovente causa di discussioni. Nulla vieta di firmare contratti che prevedano anche 3 anni di tempo per la pubblicazione, e ci sono editori che li propongono ancora oggi.
Cio’ significa per l’autore la possibilita’ di veder effettivamente in circolazione il suo gioco dopo 4 anni; oppure di vedersi bloccato il gioco per tre anni senza poi la garanzia di produrlo effettivamente, tanto chi mai andrebbe a fare causa per una questione simile? E dopo 3 anni avrebbe ancora senso stampare il gioco all’editore? Probabilmente per allora sarebbero cambiati anche i suoi piani editoriali.
Dal punto di vista dell’editore: e’ ovviamente opportuno riservarsi un margine di tempo sufficiente a garantirsi l’adeguato tempo per le proprie scelte produttive. Spesso si parla di produzioni in partnership internazionali che prevedono necessariamente tempi piu’ lunghi del normale.
Una buona soluzione a questi problemi resta sempre il contratto di opzione. Se davvero l’editore e’ interessato ad un gioco, puo’ dimostrare la sua serieta’ acquistandone l’esclusiva per tot mesi a tot euro, senza impegnarsi in un contratto di edizione. In quel periodo il gioco restera’ a sua disposizione. Al termine del periodo se decidera’ di stamparlo i soldi versati varranno come anticipo, altrimenti il gioco torna all’autore senza alcun impegno. Questo e’ un discorso da farsi a monte del contratto di edizione, e che puo’ facilitare molto le cose. Non vorrei pero’ aggiungere altra carne al fuoco…
Angiolillo wrote:
Tutte le spese di pubblicazione sono a carico dell’EDITORE, così come tutte le spese di redazione dell’opera sono a carico dell’AUTORE.
Sulle spese redazionali, io fortunatamente non ho mai visto una simile voce. Se l’editore decide di produrre il gioco il resto della lavorazione e’ a carico suo, sembra ovvio. Potrebbero essere intese come le spese che hanno portato alla realizzazione del prototipo finale approvato. Ma ci mancherebbe anche che venissero contabilizzati al’autore i costi redazionali… Addirittura in un contratto ho visto le “designer’s fees”, un rimborso forfettario non restituibile quale riconoscimento per le spese sostenute dall’autore nell’elaborazione del prototipo (ma qui siamo davvero nel paradiso degli inventori).
Post edited by: wallover, at: 2008/01/21 12:39
Walter Obert