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Sul limite di tempo: solitamente varia da contratto a contratto. L’acconto è a mio parere fondamentale per vari motivi tra cui quello di abbreviare il tempo di pubblicazione, perché l’editore che paga un acconto è poi incentivato a non perdere troppo tempo prima della pubblicazione che gli consentirà di rietrare dei soldi anticipati. Del resto, in caso i tempi si facciano lunghi, l’acconto addolcisce l’attesa all’autore.
Sulle scelte grafiche e stilistiche, a parte che non sempre editori e illustratori sono più esperti degli autori (apprezzo la gag sdrammatizzante, ma mi è capitato più volte di pubblicare giochi con editori o produttori anche grandi ma che che non avevano mai fatto un gioco da tavolo in precedenza), anche quando lo sono a volte hanno di che avvantaggiarsi del contributo degli autori: l’impianto generale del fronte delle carte di WoW è per esempio effetto di una proposta degli autori, sia pure poi affinata dal grafico Fabio Maiorana della Nexus.
C’è da dire che i contratti di edizione dei giochi derivano da quelli librari dove l’autore ha il diritto/dovere di correggere le bozze. Diritto/dovere che non sempre è ben chiaro agli editori stessi: me ne è capitato uno che per farmi avere le bozze da correggere voleva che gli pagassi i costri di una stampata da lui fatta dal suo service, che tutto sommato a suo parere poteva darmi perché tanto non gli serviva, dal momento che era venuta male… Insomma, per correggere le bozze dovevo comprarmi una copia fallata del prototipo, altro che diritto/dovere! Lo credo che poi ci sono giochi che escono senza che l’autore li abbia visti. Del resto, ci sono anche giochi stroncati dalla critrica per la scarsa cura del prodotto… A volte le due cose coincidono.
Post edited by: Angiolillo, at: 2008/01/31 06:01