Rispondi a: Contratto di edizione – punto 2

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cloquil2
Partecipante

2. L’Editore si impegna a pubblicare l’opera entro un anno dalla stipula del presente contratto con il titolo di “TITOLO GIOCO”. Le scelte grafiche e stilistiche di tale edizione saranno soggette ad approvazione dell’Autore.

Io un contratto cosi’ non l’ho mai visto… magari fossero cosi!
Le scelte grafiche e stilistiche sono di totale competenza dell’Editore in quanto facenti parte del gioco come PRODOTTO. Ovviamente e’ cortesia che tali decisioni grafiche siano MOSTRATE all’autore, ma non e’ assolutamente necessario che siano APPROVATE dall’Autore. E’ forse un po’ crudele perche’ ogni Autore vede il suo gioco come il “suo bambino” e quindi lo vuole vedere curato e ben vestito… e i suoi criteri di “curato e ben vestito” sono DIVERSI da quelli dell’Editore.
Diciamo che in questo punto del contratto ci si dovrebbe rifare alla semplice CORTESIA fra esseri umani.

Per quanto riguarda la data di pubblicazione e’ sempre stata per me la parte piu’ spinosa. Molti miei giochi, pur presi, non sono ancora usciti.
E’ attualmente la cosa che guardo di piu’ in un accordo o contratto, ovvero la certezza che il gioco sia effettivamente pubblicato. Magari la data di pubblicazione e’ avanti nel tempo, ma una data di pubblicazione ci deve essere.

Quindi alla fine… Se trovate un editore siatene SEMRE felici, chiunque esso sia… e se c’è da avere pazienza… abbiatela

Io, che sono pessimista di natura, non sono daccordo su questa frase Marione.
Credo che l’autore debba pensare a far bene il suo lavoro, che e’ di fare un bel gioco, e solo dopo si debba infilare nel problema di venderlo a qualcuno. In fondo, a meno di diventare un nuovo Knizia, da scrivere un gioco non ci si guadagna una lira. Quello che si ottiene e’ una soddisfazione di altro tipo. I soldini sono un gradito sovrappiu’, se arrivano. Ma se si segue questa filosofia fin da principio si finisce per non essere piu’ dei creativi, e di diventare invece dei “professionisti”, ovvero “solo uno dei tanti”, uguale a tutti gli altri. L’esatto contrario di quelle doti di creativita’ e unicita’ che dovrebbero essere invece l’anima dell’autore. In pratica l’inizio della fine. Lo dico proprio perche’, mio malgrado io sono diventato proprio un professionista e adesso tengo presente le esigenze di mercato, le problematiche produttive, gli ipotetici target degli editori, fin dall’inizio dello sviluppo di un gioco. Ovvero un “professionista”. Questo mi ha portato a pubblicare piu’ giochi di altri autori, ma come Autore sono molto, molto decaduto.

Mmmhh… credo che qualcuno non capira’ questa mia affermazione…