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#8717
Angiolillo
Partecipante

Quindi alla fine… Se trovate un editore siatene SEMRE felici, chiunque esso sia… e se c’è da avere pazienza… abbiatela

Io, che sono pessimista di natura, non sono daccordo su questa frase Marione.

Io neppure, ma non per pessimismo: solo perché ci sono anche cattivi editori. Se posso sdrammatizzare con una citazione da un articolo di Elena Fyrogeni e mio apparso su “La Ludoteca”, la rivista diretta da Giorgio Bartolucci:

La Fiera di Norimberga è infatti la principale occasione in cui egli può presentare di persona i propri progetti e i propri prototipi ai potenziali editori, nel periodo più favorevole dell’anno e nella relativa tranquillità di un salone dedicato agli addetti ai lavori, senza tutte le distrazioni di cui sono ricchi gli appuntamenti aperti al pubblico con le loro partite dimostrative, le vendite, gli eventi. Dalla semina effettuata in tal luogo dipendono la ricchezza delle messi e la prosperità della vendemmia che si farà sul mercato nei mesi successivi. Ma se gli autori in cerca di sbocchi per le proprie idee sono legione, almeno altrettante sono le case editrici. Ci sono famosi autori internazionali che hanno il dichiarato obiettivo nella vita di pubblicare almeno un gioco con ciascuna delle case editrici esistenti, “pel piacer di porle in lista”, con atteggiamento degno del Don Giovanni di Da Ponte e Mozart: più simili a Casanova, noi preferiamo limitarci agli editori più fidati e vicini alla nostra visione del gioco e del mercato ma finiamo poi per amare la maggior parte di loro. E i tempi di seduzione in fiera sono brevissimi: i giorni corrono, le ore volano e occorre sfruttare ogni minuto.

In quel “la maggior parte di loro” c’è comunque la volontà di escludere ogni tanto qualcuno. Insomma, negli anni qualche editore sulla personalissima lavagnetta “buoni/cattivi” c’è finito, a destra.

Credo che l’autore debba pensare a far bene il suo lavoro, che e’ di fare un bel gioco, e solo dopo si debba infilare nel problema di venderlo a qualcuno.

Ovvero un “professionista”. Questo mi ha portato a pubblicare piu’ giochi di altri autori, ma come Autore sono molto, molto decaduto.
Mmmhh… credo che qualcuno non capira’ questa mia affermazione…

La capisco ma non la condivido del tutto. Sarà perché ho una visione più artigianale che artistica dell’attività di autore (anche di libri, non solo di giochi). O forse che tutto sommato non ritengo la Cappella Sistina meno un capolavoro perché Michelangelo è dovuto scendere a compromessi con la forma della sala e la posizione delle finestre fissata da altri nel secolo precedente, così come spesso gli scultori pensano le statue in funzione a dove andranno collocate, gli architetti agli edifici in base a funzionalità pratiche, i grandi fotografi alle loro foto sapendo se diventeranno copertine di certe riviste piuttosto che altre o di dischi o che… E quindi se un autore “taglia” un gioco su un editore o una collana fa il suo mestiere. Certo, se in preda all’ispirazione ha voglia di fare un gioco in un certo modo dovrà poi scegliersi, tra i tanti editori e le molte collane, quelli più adatti al gioco che ha in mente (e non viceversa)… Sperando che anche l’editore la pensi come lui. Ma fa parte del gioco!

Salutoni,

Andrea

Post edited by: Angiolillo, at: 2008/01/31 11:08