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#8777
tanis70
Partecipante

Piero… a parte che il tuo post mi ha fatto venire una voglia matta di provare Shipyard (alla prima occasione devo farlo… ma ci sono cavalli e bisonti da sterminare per farne gustose bistecche? Se no non vale la pena… :laugh: ), ahimè quello che dice Phoenix è in larga parte vero.

Insisti con altri editori sperando di trovarne uno più attento (ma lo sai già da te), e sono certo che prima o poi verrà pubblicato.

Quanto al discorso di Rifo sull’autoproduzione ed il parallelo con l’industria musicale… :dry: la questione è complessa.

Certamente uno dei problemi di questo mercato è che l’offerta supera la domanda, ecco perchè molti che dal settore devono ricavarci uno stipendio non vedono sempre di buon occhio l’autoproduzione, che effettivamente se fatta in maniera “selvaggia” e a casaccio inonda il mercato di prodotti mediocri.

Putroppo dovrebbe spettare agli operatori di mercato stessi (distributori e negozianti) operare una selezione. Nel caso della musica, nei negozi di musica non si trova qualunque demotape autoprodotto ma solo quelli che i responsabili acquisti decidono corrispondere ad uno standard qualitativo e produttivo minimo di mercato.

D’altro canto senza l’autoproduzione alcuni prodotti validissimi non avrebbero mai visto la luce.

Allora, la soluzione secondo me qual’è? Autoproduzione sì, ma con giudizio.

Bisognerebbe che ogni aspirante autore-autoproduttore si guardasse intorno e si sforzasse di proporre un gioco che rispetti gli standard qualitativi del mercato in termini di giocabilità, grafica, qualità dei materiali, ecc… è sicuramente uno sforzo, ma uno sforzo che paga. Poi, saremo tutti disposti ad accettare un prodotto valido sul mercato anche se non ha le finiture di un prodotto professionale, ma non l’ennesimo clone di Talisman o di Risiko o di Monopoli prodotto con materiali scadenti ed una giocabilità da latte alle ginocchia.

Se le “autoproduzioni” si chiamano Bang!, Bolide, Warangel ecc… il mercato può solo guadagnarci, e non a caso da prodotti del genere spesso nasce una casa editrice vera e propria…

Insomma, sarà un pò banale ma quel che penso è che come per molte altre cose, non è che “in se e per se” l’autoproduzione faccia bene o faccia male… dipende tutto da come viene fatta.