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Beh sullo strapotere che i distributori hanno assunto un pò in tutti i settori negli ultimi anni ce ne sarebbe da parlare… E’ normale che se l’editore fa anche da distirbutore ha a sua volta meno vincoli, margini superiori e può applicare un prezzo inferiore.
L’autoproduzione è semplicemente essere editori di se stessi sia per come dice RIFO “per creare in libertà” o come dice CLOQUIL2 “si hanno possibilita’ e guadagni migliori di quelle di un autore assumendosi pero’ certi rischi, quindi la cosa e’ bilanciata”. Quest’ultima affermazione in particolare è la definizione di attività imprenditoriale. Autoprodursi significa di fatto COMPORTARSI DA PICCOLA CASA EDITRICE in cui imprenditore-editore ed autore coincidono nella medesima persona. Ergo con i ricavi devi coprire i costi altrimenti se si perde di vista ciò o sei talmente benestante da poterti permettere di fare beneficienza o vai in bancarotta…
Quando dico che l’autoproduzione a volte non è una buona idea è perchè il mercato è talmente saturo di case editrici ed offerte di prodotti che la competizione è molto dura. Qui entrano poi i gusti personali tra chi preferisce prendersi in silenzio i 200$ di compenso dalla casa XXX e chi crea l’autoproduzioniY e dopo un mare di lavoro si ritrova con 2$ di gudagno, e quindi non mi esprimo oltre.
Poi in fin dei conti torniamo sempre al punto di partenza. Il mercato non è composto da scemi e la gente (se non è presa da mode…) acquista il prodotto migliore indipendentemente che sia della blasonata casa XXX o della modesta autoproduzioniY.
Per quanto riguarda la lista nera, che rimane un ottima idea, a parte la Eggert non c’è nessun altro?