Rispondi a: vorrei fare un cooperativo

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#9279
crisi
Partecipante

Maledizione, capitato su idg per una delle mie solite sbirciate anonime mi imbatto in questo thread sui cooperativi che va a toccare un nervo scoperto… e allora getto la maschera per dire la mia.

Premessa: i cooperativi sono i miei giochi preferiti. Almeno come idea, visto che alla fine dei conti sembra ne esistano ancora pochi e non tutti interpretano l’idea del cooperativo alla mia maniera (che mi pare sia un po’ quella espressa da Iz e da altri dopo di lui).

Seconda premessa: io sono un giocatore estremamente insoddisfatto dalle proposte del mercato, e fondamentalmente è per questo motivo che ho cominciato a sviluppare e realizzare i miei (due o tre) giochi. Si tenga presente, perciò, che spesso le mie opinioni sono molto lontane dalla logica editoriale. Detto in soldoni: a me piacciono i giochi lunghetti e pieni di tasselli, non me ne frega niente che la partita duri 20 minuti e che la scatola sia grande quanto un pacchetto di sigarette! :P

Detto questo, salterò direttamente alla parte che più m’interessa: il “dark side”.
Dead of Night, che (talvolta) si può scaricare gratuitamente dalla rete, è un gioco di zombi; probabilmente, di gran lunga il miglior gioco di zombi in circolazione (non è difficile: gli altri fanno schifo :huh: ).

In ciascuno scenario, i giocatori rappresentano i soliti superstiti che devono salvare la pelle, generalmente sopravvivendo fino all’alba oppure fuggendo a bordo di un veicolo. Si muovono su un tabellone componibile, esplorano edifici e raccolgono oggetti, mentre le “black cards” pescate da ciascun giocatore alla fine del turno fanno comparire nuovi zombi e capitare qualcosa di bello o brutto, del tipo: salta la corrente, finché qualcuno non la riattiva gli utensili elettrici non funzionano più. Oppure: una pattuglia di poliziotti fa irruzione e ammazza 10 zombi; e così via…

Il problema dell’intelligenza artificiale è risolto in maniera elementare, ma funziona: gli zombi sono stupidi, puntano sempre verso il giocatore più vicino. E il problema è che sono davvero tanti. Non solo: quando un giocatore è sulla stessa casella di uno zombi, o ha degli zombi nelle caselle accanto, non può andarsene senza combattere. Per cui, se un disgraziato finisce da solo in mezzo a un sacco di zombi è praticamente condannato: stupendo.

Il gioco è un semicooperativo, in effetti. I giocatori hanno bisogno l’uno dell’altro per sopravvivere, visto che la situazione peggiora progressivamente. Al tempo stesso, non è indispensabile che tutti sopravvivano per vincere (la vittoria è individuale, anche se può essere condivisa).

L’ultima volta eravamo in cinque, la casa ormai invasa dagli zombi: avevamo eretto diverse barricate, ma alcune avevano ceduto e gli schifosi stavano entrando ovunque. Quand’ecco, nel garage abbiamo trovato una Mini: il carburante lo avevamo, la chiave pure… peccato che sulla Mini potessero stare solo 4 persone [ok, in Italia ce ne sarebbero entrate comodamente il doppio]. Inutile aggiungere che il poveretto rimasto nel cortile a tenere a bada gli zombi è stato abbandonato senza pensarci due volte… e, una volta finiti i proiettili, non ha avuto scampo.

Ora, il gioco è imperfetto ed ammetto di aver ritoccato un paio di cose; per esempio, il regolamento originale prevedeva di spostare ad ogni turno un quantitativo di zombi che può diventare esorbitante. Forse i nuovi aggiornamenti diffusi da Simon Spearing (l’autore) hanno migliorato certi dettagli. Ma resta il fatto che è emozionante e a tratti frenetico; abbiamo avuto i brividi e riso a creapapelle.

Dead of Night sintetizza quello che per me c’è di più bello in un gioco: molta atmosfera, grande libertà (anche a costo di essere un filino dispersivo), azione inquadrata in un ambiente “tattico”.
Durata, regolamento e componentistica non sono eccessivi ma certamente al di fuori degli standard tedeschi; tuttavia, per come la vedo io, non si possono far le nozze con i fichi secchi.

Appena trovo la forza di continuare a scrivere, visto che durante questo post sono stato interrotto settecento volte, vorrei aggiungere un paio di cose su come io personalmente ho affrontato la questione di una intelligenza artificiale meno “stupida” di quella zombesca.

Un saluto a tutti,
C.

Post edited by: crisi, at: 2008/07/09 23:41

Post edited by: crisi, at: 2008/07/09 23:43

"Ci sono almeno due tipi di giochi. Uno potrebbe essere chiamato finito, l'altro infinito. Un gioco finito si gioca per vincerlo, un gioco infinito per continuare il gioco. (…) Non c'è che un solo gioco infinito."

(James P. Carse – da "Giochi finiti e infiniti")