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La scelta ci deve essere altrimenti il gioco sarebbe completamente dettato dalla fortuna e quindi poco divertente.
Inoltre le scelte danno la possibilità di distinguere tra giocatori bravi/esperti e giocatori scarsi/non esperti perche sono quelle che determinano la strategia del gioco.
Un problema (che in fondo determnina anche la longevità di un gioco) è quello di avere delle strategie obbligatorie e codificate per vincere.
Mi spiego meglio: la strategia A dice compra le pecore falle crescere vendile e guadagni soldi. La strategia B dice compra i semi piantali e vendi il grano.
Ovviamente queste due strategie sono alternative o segui la strategia A o segui B, in quanto non hai inizialmente le risorse sufficienti per farle entrambe.
Quindi il giocatore esperto sa gia che o si segue A o si segue B, quello inesperto magari prova a dare un colpo al cerchio e uno alla botte ma con risultati disastrosi.
Se le strategie A e B sono ben bilanciate allora con ugual probabilità mi dovrebbero portare alla vittoria, o almeno il loro rendimento atteso deve essere paragonabile. Altrimenti se A domina B il giocatore esperto giocherà sempre A e fine dei giochi.
Quindi avere delle strategie alternative bilanciate è un prerequisito per un buon gioco, ma non è una condizione sufficiente. Infatti la differenza tra un buon gioco e uno meno buono (a mio avviso) è nel riuscire a progettare il gioco in maniera tale che la vincente tra le due strategie alternative sia determinata dallo stato iniziale della partita e dallo svolgimento stesso della partita (con dei meccanismi di controreazione). In modo che il vincitore della partita non sia sempre chi segue la strategia A ma piuttosto chi riesce a fiutare il vento e capire durante la partita quale sia la strategia migliore, magari cambiando la strategia in corso d’opera (se il gioco lo permette).
Scusate la lungaggine e scusate se non ho parlato di supermercati…