il Blind Test (ovvero la pratica di prendere un paio di sciagurati e metterli a tu per tu con il regolamento e il prototipo, senza intervenire) è consigliabile o è solo un mito?
Direi che è consigliabile, è l'unico modo di sapere per certo che il regolamento è comprensibile senza che tu debba dare spiegazioni (l'alternativa è inserire un proprio clone nella scatola se si pubblica il gioco, credo sia antieconomico però)
Non è “consigliabile”, è d'obbligo! E non solo: si interviene solo se è strettamente necessario (per esempio se i testers iniziano a piangere, o uno di loro si toglie la vita urlando “stasera cenerò all'inferno!”) e ci si appunta subito qual è il problema riscontrato. Ovviamente gli editori hanno di solito la sovrannaturale abilità di capire anche i passaggi più arzigogolati, ma rendergli le cose più facili non è una cattiva idea
Max provoca a seguito di una discussione privata con me. Sono io che sostengo che il blind test è un faslo mito.
Provo a spiegarmi meglio.
Secondo me il blind test è utile, ma quasi esclusivamente nelle ultime fasi del test, cioè quando sono lì lì per sottoporre il gioco ad un editore, e voglio essere sicuro che le regole siano chiare.
Ma testare “alla cieca” prima, quando sono consapevole che il gioco è ancora indietro e può avere bisogno di aggiustamenti, allora secondo me è addirittura controproducente.
Uno, perché la lettura del regolamento di gioco prende molto tempo, e per quanto mi riguarda le occasioni di playtest sono così rare e preziose che non posso sputtanare metà del tempo perché si leggano un regolamento e cerchino di comprenderlo.
Due, sempre perché i playtest e playtester sono così preziosi, che non posso permettermi che capiscano e giochino male il gioco. Io voglio che lo giochino correttamente, a costo di spiegare ogni dieci minuti come funziona una regola.
Il regolamento può perfino cambiare durante la partita, se mi accorgo che qualcosa palesemente non funziona. Certo, non cambierò ogni trenta secondi e al minimo alito di vento, ma voglio essere presente per capire cosa va e non va.
Se l'autore è necessario per spiegare ogni cinque minuti quale è la mossa migliore, per dare consigli strategici perché se fanno una mossa diversa il gioco si pianta, allora c'è qualcosa che non funziona e da sistemare nel gioco.
Ma se l'autore, ripeto: specie nelle prime fasi, interviene per dire cosa si può fare e cosa no, allora per me può benissimo rimanere al tavolo e giocare con gli altri.
"E' grazie a questi sodi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate."
Generalmente concordo con te sull'utilità del blind test verso la fine del progetto come test di chiarezza del regolamento. Ma avendo tester fidati (che non ti mollano se il gioco non funziona o li annoia) spesso interpretando regole in maniera sbagliata ti forniscono nuove idee. Questo se il feedback che poi ti forniscono è sufficientemente dettagliato.
Beh, Paolo, sono ovviamente d'accordo. Il blind playtest serve solo per il regolamento, il gioco deve già funzionare: è una specie di “prova su strada” di come sono scritte le regole… pensavo che questo fosse un dato di fatto. Un early playtest fatto in modalità cieca (azz che frasona tecnica) è abbastanza inutile, tanto poi le regole le dovrai cambiare…
Concordo con Paolo; Secondo me i test devono in primis avere una loro funzionalità e procedere passo passo… Quindi si parte da: è funzionale? ci sono casi critici? Cosa accade se si gioca in tot giocatori? Il tempo è ottimale? E altre domande che probabilmente non mi sono posto ma che sarebbe corretto porsi e dare una risposta esaustiva. Realizzato il prototipo funzionante si può vedere di effettuare un blind test ma su qualcosa che io già so come deve andare.. proprio perchè devo vedere se ci sono delle incongruenze/incomprensioni nel regolamento scritto o nel gioco. Questo il mio punto di vista..
Be', sì, cérto, fare un blind test quando ancora non si sa se il gioco funziona serve a poco, lo scopo del blind test dovrebbe essere quello di capire se due tizi a caso pescati in mezzo alla strada e che non ti hanno mai sentito parlare del gioco sono in grado di prenderlo e giocarlo senza che tu debba seguirli mossa per mossa, ma il prototipo deve già essere stato testato e limato ed essere funzionante.
Stiamo nel mondo ideale? Come dice Paolo, i playtester e le occasioni per playtestare sono difficili da trovare. Una volta che hai provato e fatto provare il gioco ad amici e persone esperte, ed è pronto per il blind test, ormai quelli che ti conoscono…. conoscono già il gioco! A chi fai fare il blind test? Alzi la mano chi è riuscito a farne uno! Io una mezza volta: ho inviato il regolamento via email ad un gruppo che non conoscevo di persona e non ero presente durante il gioco. Per fortuna, plance a parte, si poteva fare anche con le carte francesi, quindi non sono stati costretti a stamparsi e ritagliare il prototipo. Ciao
PS: un surrogato del blind test potrebbe essere inviare il regolamento via email (tipo ad un membro IDG che vedi poco). Se lo capisce senza farti domande e ti dà un parere obiettivo, può essere un buon segno.
Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)
Me li hanno riferiti quando poi mi sono incontrato di persona con loro molto tempo dopo (i giochi erano entrambi già in uso per lo scopo a cui erano destinati, a quel punto) Tieni conto comunque che io li avevo già testati e rifiniti prima di darli in pasto a loro.
D'accordissimo con Paolo. Anzi, visto che secondo me l'ideale è far provare i giochi agli editori di persona spiegandoglieli a voce, può anche darsi che non serva per niente.
Poi ovvio che se avete dei playtester “vergini” che potete usare per il blind, tanto meglio… I regolamenti ben scritti facilitano sempre il lavoro di un editore.
(tanto poi se il gioco viene pubblicato, il vostro regolamento viene riscritto da 0 )
Mario Sacchi - Post Scriptum http://postscriptum-games.it Il mondo è bello perché è Mario
Secondo me però non è male farne al momento in cui, per esempio, si passa il gioco a un editore che si conosce magari meno e che del gioco ha ricevuto solo una spiegazione (nel caos di una fiera, di solito) e non ha fatto una partita intera.
Sul fatto che le regole vengano riscritte da zero non so, magari la quantità di roba da riscrivere varia da autore ad autore (ce ne sono di più criptici e di più “precisi”)… ma mi fido della parola di Mario