Ciao a tutti! Secondo voi ha più possibilità di successo un gioco divertente con una meccanica elementare ( parlo di giochi senza carte di personaggi con poteri di azione vari spesso per giocatori occasionali e non appassionati di giochi di società di difficile comprensione) o un gioco divertente ma molto più complesso forse destinato meno alle famiglie e più ai veri appassionati? per gioco di facile comprensione mi riferisco per esempio a Cluedo
ipotizzando che lo sia provo a risponderti su come la penso io
intendendo per “successo” un successo di natura commerciale, quindi copie vendute x margine dell'editore (e fettina per l'autore) allora direi che non ci sono dubbi: vince a mani basse il gioco semplice, adatto per i giocatori occasionali, meglio se di carte o cmq con componenti easy e poco costosi (a meno che sia un gico per bambini) in modo da tenere il prezzo contenuto. Il regolamento deve stare su una paginetta e non affaticare la mente, la durata deve essere contenuta o ancora meglio molto contenuta.
il gioco perfetto esiste? se guardiamo solo il successo commerciale allora io dico di si… hai presente UNO? ispirati a quello : meccaniche banalotte e scopiazzate da altri giochi (Dernier, briscola), grafica da decerebrati eppure… “Il gioco UNO è venduto in 80 paesi ed ha raggiunto i 150 milioni di copie vendute al mondo…” ecco questo è un gioco di successo ^^! con un costo di produzione di 0.50 cent a scatola… ed un prezzo di vendita a quanto? 10 euri? Anche ad uno sporco 5% direi che a quel furbetto di Robbins non è andata malaccio che dite?
Il sasso è troppo forte, va meglio bilanciato la carta va bene così, ben playtestata firmato: le forbici
si si la domanda era serissima. sto vedendo in questi giorni moltissimi video su youtube dove vengono spiegate le meccaniche di tanti giochi e cercando di entrare nei panni di una persona che si ricorda dei giochi di società solo sotto le feste natalizie mi domandavo quanti acquisterebbero un gioco di cui capirebbero le regole a feste finite… D'altra parte mi rendo conto che la maggior parte degli autori va nella direzione della complessità e di mille fattori che interagiscono tra loro. quindi mi chiedevo se anche in questo senso fossero cambiati i tempi e che oggi un gioco come cluedo, semplice e divertente, non avrebbe mercato Cmq la tua risposta mi rincuora un pò…
scusa la perplessità iniziale ma la domanda sembrava un pò ingenua o faziosa, eccesso mio di diffidenza da forum ^^ ti aggiungo una considerazione di natura “psicologica”, che magari gli autori presenti sul forum smentiranno subito…
i margini economici per gli autori sono molto, molto contenuti. (si parla del 5% sui Margini o giù di lì) Penso che in italia ci siano forse una o due persone che vivono esclusivamente di questo “mestiere” (Colovini e …?). La stragrande maggioranza degli altri lo fa più per hobby che per danaro. E quindi sull'onda di questa passione che ognuno segue i propri sogni “ludici”. Molti aspiranti autori si concentrano quindi su giochi a media complessità, diciamo i giochi a cui loro piace giocare, un pò perchè così si divertono di più (anche nei playtest) un pò perchè i giochi più complessi danno più “soddisfazione” anche all'autore. Alcuni seguono per anni dei giochi “chimera” che non vedranno mai una pubblicazione, ma che rimarranno per sempre le loro “crature”.
Vi è poi una “ristretta” cerchia di autori semi-professionisti, che a volte si concentrano su giochi più semplici, proprio alla ricerca di un ritorno di natura anche economica. Tieni presente che vendere 1000 scatole di un gioco in italia è già un successo diciamo a 20 euro l'una siamo sui GRASSi 500 euro LORDI per l'autore… mamma mia è, che cifre da capogiro ^^! a questo punto alcuni preferiscono proporre giochi più semplici da fare e da vendere, magari con brand forti. Non c'è niente di male anzi, spesso è proprio da questi giochi che il cliente occasionale viene attratto verso altri giochi. giochi del genere Sono un pò un volano per il mondo del boardgame, aiutano l'utente base a lasciare la sicura nicchia del monopoly e del risiko (frase da Pub: “conosci Bang! davvero? allora guarda ti propongo una partita a questo gioco XXX… è tipo bang!”)
C'è poi chi si specializza in giochi per bambini (Difficilissimi da fare!!!) o in giochi di nicchia particolari ecc…
insomma il mio consiglio spassionato è: sei un aspirante autore? Cerca di fare per prima cosa un gioco che piace a TE, non pensare ancora all'eventuale pubblicazione, ai gusti del pubblico, al “mercato”. Vedrai che andando avanti con la tua avventura e esplorando nuovi “mondi” ludici probabilmente scoprirai che la tua prima “generazione” di giochi era piuttosto ingenua, o zeppa di errori, o banale. Poi passerai alla seconda generazione, più raffinata ma ancora con qualche cosa da limare qua e la, poi alla terza ecc… Fino a che ad un certo punto penserai di essere veramente pronto, manderai un gioco ad un editore e SBAM! porta in faccia! ^^ (parlo per esperienza eh…) allora ripartirai da capo con nuove idee e tanta, tanta pazienza…
…e allora forse forse, dopo qualche anno, e zilioni di ore di playtest, tirerai fuori un gioco giocabile e pubblicabile. Evviva! Poi passati ancora un paio di anni, con la solida esperienza alle spalle di un paio di giochini pubblicati, magari partoriari il tuo capolavoro e tutti ci giocheremo gridando “alleluja”!
(tra il serio ed il faceto non penso di aver detto troppe cazzate…)
Il sasso è troppo forte, va meglio bilanciato la carta va bene così, ben playtestata firmato: le forbici
Sono tutte considerazioni che cambiano se ti sposti in paesi ludicamente più educati. Proprio per questo anche gli editori italiani tendono a stabilire rapporti con distributori/editori esteri.
In generale, il gioco semplice ma non banale è il gioco che avrà più successo di tutti… ma riuscire a partorirne uno è tutt'altro che semplice.
ed è anche il perchè se mai dovessi avere in testa (e in mano) un gioco con la G maiuscola, diciamo il giocone della vita, di certo non lo presenterei ad un editore italiano (non me ne vogliano). Altri mezzi, altre potenzialità, altri mercati. siamo un pò la cenerentola di questo mondo ludico. Ma la nostra creatività “italian style” secondo me ha ottime potenzialità. Dobbiamo solo “formarci” alla scuola dei grandi autori per poi andare a rompergli il kulo a casa loro! Buahahahah!
ps. il mio “maestro” ludico-spirituale mi diceva sempre semplifica, semplifica, semplifica. Fosse facile! Semplice ed interessante, elegante e funzionale… boh! LA morra cinese esiste già? ^^
spremiamoci i cervelli che secondo me sono anni fertili per la comunity, c'è un buon “humus”… ci servono solo un paio di giochi italiani che sfondino per bene, che aprano la strada e facciano anche un pò da volano ai “piccolini”. In quest'ottica Paolo, Simone e tanti altri autori più affermati, stanno sicuramente aprendo un pò di possibilità in più anche per noi esordienti “puri”
Il sasso è troppo forte, va meglio bilanciato la carta va bene così, ben playtestata firmato: le forbici
Sono d'accordissimo! io mi riferivo alla mia tipologia di giochi che ho in mente, visto che non saprei forse neanche concepirlo un gioco molto complesso. diciamo che stavo cercando di capire se stò perdendo tempo… Poi anche io mi diverto nel cercare di scrivere un gioco dal nulla ma mi stimolerebbe di più sapere che nella sua semplicità nel caso fosse ben fatto e divertente abbia qualche possibilità. Che poi i guadagni siano risicati lo so (ho letto molti post nel sito) ma già il fatto che tante persone si divertano con un gioco fatto da te è una bella soddisfazione. A titolo informativo, perchè se un autore ha un bel gioco per le mani dovrebbe presentarlo a una casa straniera? se va bene in italia non si può distribuire all'estero o venderne i diritti con una percentuale sui guadagni?
Parliamo del giocone eh, non di un gioco qualsiasi, per cui vanno bene tutti gli editori del mondo, diciamo che hai intasca IL GIOCO, quello della vita, il “miracolo” insomma. (e se capita ti assicuro che te nerenderai conto) non è tanto questione di simpatia o di professionalità (che sono altissime secondo me anche in italia) quanto di numeri brutali (Sono dati disponibili):
Fatturato EG poco meno di €/mil 4 Fatturato Ravensburgher €/mil 329
tu a chi affideresti “il miracolo” da vendere?
io personalmente non mi sogno di proporre niente (o quasi) neanche in Italia… quindi figurati all'estero ^^ spezziamo una lancia sui piccoli però: realtà tenaci e con il loro mercato di nicchia, secondo me possono spingere benissimo il tuo gioco, anche in italia. vai alle fiere e parla con gli editori “nostrani” che spesso sono disponibili e simpatici. Già da una mezzora di chiacchierata capisci tante cose su come funziona il mercato, su cosa cercano, su come la pensano, su quali sono i trend ecc… alla fine come tanti altri lavori creativi, questo è un “lavoro” dove occorre fare anche tanta relazione
Il sasso è troppo forte, va meglio bilanciato la carta va bene così, ben playtestata firmato: le forbici
se prendiamo il caso di Emiliano sciarra che ha pubblicato Bang da una casa editrice appena nata mi sembra nel 2002 mi viene da pensare che più della casa editrice rinomata o meno conti il gioco in se. poi certo potendo scegliere opterei per la casa editrice che mi da più garanzie
Un'altra riflessione che devi fare prima di buttarti a capofitto nel fare giochi riguarda non tanto il tipo di giochi che ti piacciono (tenderai a fare copie di quelli) ma più che altro sul tipo di tester su cui puoi contare…
Nel mio caso ho tester che vogliono robe semplici per cui se anche riuscissi a fare un gioco complesso, non so se riuscirei a testarlo come si deve con le risorse a disposizione.
Ciao confucio, dove hai letto i dati su EG e Raven? Te lo chiedo perché ho un dubbio, visto che Raven non fa solo giochi da tavolo e non vende solo in Italia. Ovviamente Raven fa molto di più di EG, ma i dati sono omogenei, ovvero la cifra è relativa solo ai giochi da tavolo del mercato italiano? Ciao
PS x Jason: oltre alle vendite e ai playtester, bisogna vedere anche la possibilità di pubblicazione. Ad esempio, più un gioco è semplice e più rischia di essere simile ad altri già pubblicati. Poi bisogna vedere cosa chiede il mercato in quel momento e un gioco va proposto all'editore giusto, in linea col suo catalogo. Ma questi sono pensieri che un autore alla prima esperienza non dovrebbe fare, sennò si scoraggia o fa troppi calcoli: per me, almeno all'inizio, meglio farsi guidare dalla passione per un tipo di gioco. PPS sempre per Jason: ah ovviamente, per me, di gran lunga meglio i giochi family/light che quelli più complessi! Quindi vai tranquillo
Una trasposizione scadente di una licenza in un gioco ha ottime possibilità di uccidere un potenziale nuovo giocatore, di stroncarne sul nascere l’entusiasmo e la volontà di scoprire se ci sono “altri giochi belli come questo” (A. Chiarvesio)
i dati sono disponibili online ovviamente i “paesanidelcorvo” vendono su 80 nazioni diverse, ed ha quindi senso che il loro fatturato sia 80 volte quello di EG è come confrontare il chinotto con la coca cola. Mercati diversi, potenzialità diverse, strutture diverse… ma se tu avessi inventato una nuova bibita gasata da chi andresti a fartela produrre e commercializzare?
di nuovo ovviamente, la differenza tra Davide e Golia è anche nella possibilità di accesso, ovvero un editore piccolo probabilmente (anche se non sempre) è contattabile con una semplice mail, che finisce direttamente o quasi sulla “scrivania” della persona giusta, che la legge in tempi ragionevoli, e che se è corretta (e lo sono sempre stati almeno con me) ti risponde anche in tempi ragionevoli. Per accedere in modo diretto alle big devi già prepararti per un viaggetto ad Essen o essere introdotto da un buon agente o ancora avere proprio il gioco giusto che fa per loro e avere anche un nome già di un certo tipo ecc…
C'è poi anche una manciata di editori italiani che se la tira come se ci fossero solo loro…vabbè come in tutti i settori. a mio parere di “economista insigne” la dimensione minuscola di alcuni editori italiani è un handicap per il settore. Invece che andare verso un'aggregazione, verso dimensioni congrue per competere anche su mercati esteri, mi sembra invece che il nostro piccolo gruppo di editori italiani stia diventando sempre più numeroso (e questo è un bene) ma di dimensioni sempre più piccole (e questo secondo me è un male). Poi cè chi dice che nella botte piccola stà il vino buono… che la qualità si può fare solo su piccole quantità ecc… potrà anche essere vero ma qui stiamo veramente divagando, di brutto brutto brutto! ^^
Il sasso è troppo forte, va meglio bilanciato la carta va bene così, ben playtestata firmato: le forbici
grazie, tutti i consigli sono bene accetti se servono ad evitare errori “approfittando” dell'esperienza altrui. se posso chiedere, quante proposte avete mandato alle varie case editrici e a quante siete arrivati a spedirgli il prototipo?
Salve a tutti. Ho letto la conversazione e la trovo interessante, e vorrei dire la mia in base all'esperienza che ho avuto.
Io credo innanzitutto che il mercato ludico sia molto dinamico e sopratutto diversificato. Il dilemma su quale gioco è meglio è sempre costante, e ti prende ogni volta che scrivi un'avventura o che inventi un gioco. Insomma anche se hai già pubblicato giochi precedentemente il dilemma si presenta ogni volta. Da un lato la domanda sembra semplice come dice Confucio, ma è tutt'altro che semplice. Il mercato non è fermo. In realtà credo che le due questioni hanno dei pro e dei contro. Il mercato di giochi semplici solitamente è orientato per i non esperti e non appassionati, anche se a qualche appassionate non dispiace ogni tanto svagarsi con giochi semplici. Questo tipo di mercato credo abbia il vantaggio di essere molto vasto perchè è orientato su famiglie, e persone a cui non piace stare troppo tempo a giocarci. Il grande svantaggio, invece, è quello che questi tipi di giochi, si possono avere espansioni, ma solitamente hanno vita breve, vengono giocati poco e in certe occasioni. Rimanendo in tema Uno per esempio, noti che ha una enorme fetta di mercato, ma oggettivamente (parlo per mia esperienza ovviamente) non è un gioco che ci farei più e più partite in breve tempo. il mercato dei giochi più complessi invece è orientato decisamente su appassionati del genere. Il vantaggio sta nel fatto che se il gioco piace, le eventuali espansioni sono di facile vendita. Un appassionato inoltre tende a giocare molto, e un gioco complesso è molto intrigrante solitamente. Lo svantaggio è la ristretta fetta di mercato, perchè non è un gioco adatto a tutti.
Infine c'è un'ultima considerazione che devi fare. Oltre che il dilemma gioco semplice/complesso, esiste anche il dilemma del genere di gioco. devi considerare che i GDR, giochi di carte, giochi da Tavolo, misti ecc… hanno potenzialità diverse anche in relazione al pubblico di riferimento. Il tipo di genere è di facile scelta in certi paesi esteri, in cui la cultura del gioco è diversa e spesso di nicchia. Non a caso esiste un genere di giochi definiti alla tedesca (carcassone e company), anche se quello tedesco è un mercato enorme. invece per dirti il mercato belga è molto di nicchia prediligendo giochi astratti.
Rispondendo ad un commento che ho letto in questo forum, un buom mercato è quello dei giochi per bambini, che però concordo nel dire che sono molto complicati da fare.
Questa è solo una mia riflessione data dalla mia esperienza personale come scrittore di giochi. Come detto in rpecedenza il mercato è dinamico e vasto. Posso però dirti che quello che conta è fare esperienza, crea i giochi che vuoi e vedi come và, ti assicuro che con il tempo imparerai a farti una tua visione del mercato attuale.
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