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#11102
wallover
Partecipante

Radio show: il gioco
Numero giocatori: minimo 4
durata: da 30 minuti

> Manca l’elenco dei componenti.

I giocatori devono condurre una trasmissione radiofonica, a turno saranno gli speaker della trasmissione “Radio show: il gioco”.
Tutti i giocatori pescano 5 carte argomento.
Da un mazzo di carte “tema” viene estratto il tema della trasmissione, deve essere posto sul tavolo, ben visibile a tutti.

> Carte tema e carte argomento non si capisce cosa sono. Sono la stessa cosa? Sono diverse? Cosa indicano? Queste cose andrebbero messe prima in modo da far comprendere subito di cosa si rtatta, e non al fondo delle regole.

Definite a caso chi deve essere il primo speaker.

Il primo speaker introduce brevemente la trasmissione e il tema che sarà trattato, al termine della presentazione gioca una carta argomento ad un avversario che non ha già 5 carte davanti a se e fa partire la clessidra.

> Ma all’inizio non hanno tutti 5 carte?

Il giocatore che ha ricevuto la carta deve parlare, per il tempo della clessidra, dell’argomento indicato dalla carta argomento pur restando nel tema deciso dalla carta tema.
Gli altri giocatori non possono parlare, intervenire, interrompere o disturbare. Siamo in onda! Dovranno invece stare attenti alla performance dello speaker perché alla fine del tempo della clessidra dovranno segnare sul loro taccuino personale i loro giudizi, durante la votazione lo speaker giocherà una delle carte dalla sua mano su un altro giocatore che diventerà il nuovo speaker.

> Quindi gli dara’ un’altra CA, portandolo a sei?

Se lo speaker di turno non riesce a parlare, si blocca oppure ha delle evidenti difficoltà i giocatori possono giocare un disco, se la metà+1 dei giocatori ha giocato il disco allora lo speaker viene interrotto e la cosa viene segnata sul taccuino.

> E dove lo prendono, il disco?

Se un giocatore ha già 5 carte davanti a se non può più diventare speaker.

> Quindi nessuno, se tutti hanno 5 carte dalla partenza e nessuno le ha giocate.

Le votazioni
i giocatori hanno davanti a loro un taccuino in cui devono segnare il nome dello speaker e i voti che gli assegnano per ogni volta che prende la parola. Dovranno valutare le seguenti categorie:
– originalità dell’argomento, valutando con ok, così così oppure scarso
– capacità oratoria, valutando con ok, così così oppure scarso

> Ma l’argomento e’ casuale, con che criterio lo valutano?

Fine della partita
Quando tutti i giocatori sono stati speaker per 5 volte e quindi nessun giocatore ha carte in mano allora la partita è finita.

> Potrebbe essere impossibile essere speaker x 5 volte.

Chi vince?
Per ogni speaker e per ogni categoria si determina quale opzione ha ricevuto più voti, tutti i giocatori che hanno votato come la maggioranza prendono un punto.
Ogni giocatore somma tutti i punti ottenuti, a questi dovrà sottrarre il numero di volte che è stato interrotto.
Il valore ottenuto è il punteggio, vince chi ha fatto più punti.

> Mi sembra un bel casino conteggiare tutti i punti per tutte le manches per tutti i partecipanti (che nei PG sono di solito parecchi).

Ecco alcuni dettagli “implementativi”
Sono orientato verso 1 minuto e mezzo di clessidra.
Le carte del mazzo “temi” contengono un testo, ad esempio “economia” oppure “teatro” o “sport” o “horror” o …
Le carte del mazzo “argomenti” contengono un’immagine, ad esempio: una freccia oppure una bilancia oppure delle labbra, un cuore oppure un libro o una nota o una nuvola etc etc

> E’ un genere gia’ ampiamente sfruttato, a partire dal classico Vocabolario, passando per BlaBlaBla, deviando per Sì OScuro Signore e finendo per il poetico Dixit. Io ci vedo un grosso limite nel fatto che se i giocatori non sono brillanti il gioco cade subito sotto un’ imbarazzante orda di dischi e di silenzio.
Inoltre il regolamento e’ strutturato descrivendo la partita e non attraverso l’esposizione delle varie fasi. Magari con un partygame funziona addirittura meglio, ma io preferisco regole piu’ lineari (forse in comune con un’altra cosa che mi avevi fatto leggere).

Scusa se sono breve ma tra 3 settimane c’e’ Essen.

Walter Obert